Alessandro Dell’Acqua. Più qualità e creatività per le collezioni e il suo sostegno ai new talents..

 

Coraggio, tenacia e bravura tracciano l’animo e anche l’azione concreta – nel lavoro – di Alessandro Dell’Acqua.

Lo stilista napoletano – che nel 2010 ha dato vita, voce e cura la direzione creativa del marchio N.21 – è davvero l’esempio di come quel dono di pura “delicatezza” (basta vedere i suoi abiti), la forza, la sensibilità stilistica e la totale fermezza nel portare avanti il sogno-lavoro siano concetti strettamente e perfettamente legati.

Dell’Acqua – ormai si sa – ha avuto nel corso della sua carriera, momenti molto complicati … ma sono proprio questi tratti e “montagne da scalare” della vita che assieme alla bellezza della sua donna – vista pochi giorni fa in una passerella purtroppo per ora ancora solo digitale – riescono a rendere quest’uomo così interessante.

Interessante come tutti coloro che non mollano mai… e che sanno – per usare un detto buddista – “trasformare il veleno in medicina” diventando sensibilmente vincenti in ogni loro progetto di vita… in questo caso design compreso.

Lo stilista che negli anni ha lavorato tra gli altri per Genny (fu a soli 23 anni il Direttore Creativo del marchio) ma anche per Pietro Pianforini – realtà che lo aiutò ad approfondire la sua conoscenza nel mondo della maglieria – ma che creò anche il suo marchio Alessandro Dell’Acqua, che lavorò per Brioni, Malo e La Perla e tutto in un poliedrico circuito di visioni ed esperienze, da poco ha creato una collezione capsule con il marchio Elena Mirò.

elena miro alessandro dell'acqua

La filosofia di questa nuova collaborazione? Lavorare non tanto su taglie… diciamo più morbide ma invece su un concetto di moda inclusiva più in toto attraverso la costruzione di abiti nati da una trasformazione più tecnologica dei tessuti… con un iter studiato per aumentarne il comfort, allontanando così qualsiasi facile soluzione-dress che avvolga le donne in un abito dalla forma a sacco. La sfida di Dell’Acqua? Lavorare su questo tema e con questo concetto, senza cadere nel cliché della moda curvy.

Ancora una sfida quindi… soprattutto oggi … dove le sfide e le incertezze – in epoca Covid 19 – per la moda sono tante… ma che lo stilista affronta con determinazione e quella salda, sana e pura competenza che lo caratterizza nel suo lavoro.

Come sta attraversando N.21 la grande incertezza che sta vivendo attualmente la moda a causa della pandemia? Pensa che questo periodo – così traumatico – possa essere un’occasione per riorganizzare al meglio tutto questo sistema forse vecchio e poco in linea con i tempi di oggi? Mi sto concentrando su meno collezioni, collezioni più piccole, più qualità e creatività. In generale, dovremo tutti assumere comportamenti più responsabili ed etici a tutti i livelli.

Lei sta lavorando parecchio anche per un ricambio generazionale a favore dei nuovi talenti. A questo proposito a che punto siamo in Italia rispetto per esempio alla Francia, all’Inghilterra o agli Stati Uniti? Con Tomorrow ho presentato un programma di consulenza di cui beneficeranno due designer emergenti a stagione, uno italiano e l’altro internazionale presso lo showroom Garage Ventuno. Io mi propongo come guida per la parte creativa e per lo sviluppo della collezione, mentre Tomorrow offre il proprio sostegno per lo sviluppo della produzione e la distribuzione.

Chi sono i nuovi designer che pensa oggi stiano facendo un buon percorso? Trovo che AC9 e Nensi Dojaka abbiano un nuovo approccio al mercato quantomeno diverso da quanto già esiste. Ritrovo in Nensi Dojaka l’ossessionata ricerca di femminilità ed erotismo, qualcosa di molto vicino al mio DNA. AC9 invece arricchisce tessuti molto basici con costruzioni inaspettate. Sono convinto che la nostra iniziativa volta al sostegno di giovani talenti costituisca una vera e propria occasione per entrare in contatto con un’ampia platea di stampa, buyer internazionali e operatori del settore.

Parliamo della sua visione della donna secondo l’estetica di N.21. Che importanza hanno i trend  stagionali nelle sue collezioni? Ho cercato sempre di comunicare un’identità ben precisa fatta di forte personalità e attitudine con cui vengono portati i miei abiti; un guardaroba profondamente femminile con accorgimenti e dettagli che attingono dal guardaroba maschile; il mix di elementi femminili e maschili nei tessuti e nelle forme; le associazioni inaspettate, errori voluti con cui mi piace sempre dare una nuova visione. Consiglio sempre a tutti e a me stesso di essere fedeli al proprio stile, evitando di seguire i trend del momento e scartando tutto ciò che non è essenziale, non necessario ed eccessivo.

Quando secondo lei un capo diventa un pezzo di archivio da indossare senza problemi anche tra dieci anni? È importante mantenere uno stile unico e identitario. Le persone oggi devono essere in grado di riconoscere un tuo vestito da una semplice immagine.

In uomo e in una donna – nella sua moda – contano di più la bellezza esteriore oppure la personalità, il sapersi muovere nel modo giusto a prescindere dall’avere un bell’aspetto? Per me è fondamentale esaltare attraverso i miei abiti la personalità rispetto alla bellezza, la sensualità spontanea rispetto a quella forzata. Ho cercato sempre di comunicare un’identità ben precisa fatta di forte personalità e attitudine con cui vengono portati i miei abiti. E’ importante scegliere tutto ciò che ci fa sentire bene e sensuali.

Mi racconta la sua collezione per la Primavera-Estate 2021? Ho utilizzato i tessuti, le forme, i colori per ottenere abiti capaci di racchiudere dei significati che, come le parole, concorrono a formare un linguaggio che donne e uomini possono usare in comune. Credo che come giacche e pantaloni, maglioni e abiti possono trovare posto indifferente nel guardaroba femminile e maschile mantenendo la propria specificità, così il linguaggio maschile deve necessariamente diventare inclusivo e recepire le diversità. Femminile e maschile restano distinguibili mentre le forme, i volumi e i colori migrano da un guardaroba all’altro.

Com’è nato il progetto Garage Ventuno? Ho avuto l’opportunità attraverso un nuovo concept store, GARAGE VENTUNO, di creare e distribuire nuove categorie di prodotti N21 ad un prezzo più accessibile. Una di queste categorie è stata la linea beauty, sviluppata con la make-up artist Ayako, in cui ho creduto molto e che si è rivelata poi centrale per l’intero progetto. Ho subito avuto una buona sinergia con Ayako, ha capito al volo quello che avevo in mente. E’ riuscita a tradurre perfettamente i codici di N21 nei prodotti, concentrandosi sulle sfumature del nude e del nero. E’ molto creativa e intuitiva, con un grande senso estetico e allo stesso tempo incredibilmente pratica grazie ad una grande esperienza e know-how.

Che ricordo ha di Juergen Teller ed Helmut Newton con i quali ha lavorato in passato? Sono stati i protagonisti di alcune delle mie campagne preferite.  Juergen Teller con Devon Aoki, Helmut Newton con Helena Christensen per la campagna pubblicitaria del profumo. Specialmente Juergen ai tempi non era un fotografo affermato come oggi. La ricerca di nuovi talenti ha sempre rappresentato per me una grande passione.

È di poco tempo fa la morte di Harry Brant figlio della supermodella Stephanie Seymour con la quale lei ha lavorato in passato. Una morte che fa davvero pensare … Parlando della moda e di tutti i meccanismi “tritacarne” di questo sistema… vorrei un suo parere personale (anche ricordando alcuni suoi momenti difficili che purtroppo nella vita viviamo tutti) su come si sopravvive alla ruota di equilibri da mantenere in questo settore tra creatività e vendita? In questo momento voglio fare solo quello in cui credo fermamente, senza distrazioni e senza compromessi. Voglio concentrarmi su ciò che mi piace veramente e che mi rappresenta a livello creativo. Non posso accontentare tutti e non posso essere costretto a fare cose in cui non mi riconosco.

Un’ultima domanda? Quali sono i suoi prossimi progetti? Stiamo valutando alcune opportunità per dare continuità e allo stesso tempo ampliare la linea beauty lanciata con Garage Ventuno.


Fonte foto: N.21 press office