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Chi è Leghe Leggere Lavorate e come è nata? La nostra storia ha inizio nel 1951 con la passione per la meccanica di nostro padre, che fu il fondatore della prima attività dedicata alle tradizionali lavorazioni meccaniche di alluminio e ottone. Da qui deriva appunto il nostro nome Leghe Leggere. La mia entrata in azienda alla fine degli anni Ottanta, e successivamente quella di mio fratello Matteo, ha segnato l’inizio di una nuova epoca per la nostra azienda e anche di una nuova sfida. Da quel periodo, infatti abbiamo iniziato a fare investimenti in macchine e persone, abbiamo acquisito competenze specifiche, il tutto con l’obiettivo di entrare nel complesso settore della meccanica applicata al medicale. A metà degli anni 2000, ci siamo trasferiti nell’attuale sede di Buccinasco ed in quello stesso periodo è iniziato il terzo step di crescita della nostra azienda, che ci ha permesso di diventare una delle più importanti aziende italiane nella produzione di medical device, con particolare riferimento ai distretti di trauma, estremità, dentale e spina. Ora ci distinguiamo sul mercato per la nostra capacità di fornire un servizio completo “a 360°” ai nostri clienti, che possono affidarsi a Leghe Leggere Lavorate per tutte le fasi di sviluppo di un nuovo prodotto scegliendo un unico fornitore qualificato. Il nostro modello di business, unico in Italia, ci permette “seguire”  il nostro  cliente , in tutte le fasi dalla nascita, all’immisione sul mercato, di un dispositivo medico.

Quali sono le tecnologie innovative che consentono di distinguervi sul mercato? Parlare di tecnologie innovative risulta a mio parere molto riduttivo, per due ragioni. La prima è che ogni tecnologia, seppur innovativa, non è mai un’esclusiva. Ogni azienda può fornirsi delle stesse tecnologie che noi abbiamo a disposizione da anni. Seconda cosa, che comunque si lega alla precedente, una tecnologia da sola non è in grado di farti primeggiare sul mercato. In azienda abbiamo sempre portato avanti i nostri investimenti su due fronti, quello puramente tecnologico e quello umano. La vera “tecnologia” che ci distingue sul mercato è l’esperienza accumulata dai nostri collaboratori negli anni e, da non dimenticare, gli investimenti fatti dall’azienda per accrescere le loro competenze.

Siete gli unici in Italia a possedere la tecnologia capace di lavorare il PLLA. Di che materiale si tratta e perché è così importante nella chirurgia per i bambini? Per essere precisi, siamo gli unici in Italia a stampare dispositivi impiantabili ad uso ortopedico in polimeri bio-riassorbibili, tra cui il PLLA, in aree ISO7. La classificazione di queste aree si basa sul conteggio delle microparticelle da 0,5 µm in un volume definito di aria, minori sono, più l’area è definita “pulita”. Il Polilattato (PLLA) è un materiale biodegradabile indicato per numerose applicazioni sia in medicina che in industria. che va a sostituire i polimeri convenzionali a base petrolchimica. Rispetto ai polimeri convenzionali a base petrolchimica, il PLLA è un materiale totalmente eco-friendly: prima di tutto nasce da risorse rinnovabili, come ad esempio il mais, il riso o la barbabietola da zucchero; è biodegradibile, compostabile e riciclabile; può essere lavorato con lavorazioni a basso impatto energetico. Altro elemento distinguibile è la sua capacità di essere riassorbito dal corpo umano in un certo periodo di tempo. Questa caratteristica è fondamentale perché rende inutile una seconda operazione per la rimozione di un dispositivo medico realizzato con questo materiale. Per questo motivo, un medical device in PLLA è un’ottima soluzione per gli interventi di chirurgia ortopedica, in cui si vuole evitare che il bambino venga sottoposto a un secondo intervento per rimuovere un dispositivo. Uno degli esempi in cui vengono usate viti in PLLA è la correzione del piede piatto del bambino, un’operazione non particolarmente complessa, né tantomeno invasiva, ma che comunque mette preoccupazione e ansia ai genitori.

davide pizzamiglio
Davide Pizzamiglio, Titolare di Leghe Leggere Lavorate

Avete un piano di sviluppo aziendale molto ambizioso nei prossimi anni. Cosa comprende e come siete riusciti a sostenerlo in questo anno di emergenza? Durante tutto il periodo di emergenza fino ad oggi, non ci siamo mai fermati e abbiamo sempre supportato con efficienza il settore medico e ospedaliero con una produzione attiva e puntuale. Il tutto è stato attuato mettendo in atto le misure di prevenzione per i nostri dipendenti, anche durante la fase del lockdown, e creando ogni giorno un ambiente di lavoro sicuro. Questo ci ha permesso, lo scorso anno a inizio pandemia, di scendere anche in campo per aiutare le aziende produttrici di ventilatori polmonari con il nostro contribuito tecnologico. Un’azione particolarmente voluta e sostenuta con entusiasmo e impegno da tutti i collaboratori, in modo ancora più forte e diretto quando il nostro General Manager della fabbrica 2 a San Marino e tutta la sua famiglia sono risultati positivi al virus. Il tutto è stato fatto senza mai dimenticare e mettere in disparte, ma al contrario lavorando per questo, il piano di sviluppo di Leghe Leggere che è stato predisposto prima dell’emergenza e che non ha mai subito ripensamenti o necessità di rallentamento. Il progetto prevede l’ampliamento più che triplicato dei nostri spazi produttivi e l’incremento delle risorse umane di almeno 60 persone, potendo quindi contare su una forza totale di circa 150 persone estremamente preparate, con l’obiettivo di collocarsi in posizione di leadership europea in qualità di produttore di dispositivi medici in OEM. Il progetto e i lavori stanno avanzando: a completamento dell’ampliamento strutturale dei nostri edifici, quest’anno abbiamo fatto anche grandi investimenti in macchinari che serviranno per supportare al meglio le richieste del mercato in modo sempre puntuale.


Fonte foto: Paige Cody on Unsplash