Claudio Nobili ph F.Santeusanio

Abbiamo incontrato Claudio Nobili, nuovo Direttore Creativo di Lanieri, che ci ha svelato i nuovi progetti del nuovo brand italiano che dopo 5 anni di attività sente il bisogno di rinnovarsi per rispondere ad un mercato in continua evoluzione e trasformazione.

Come parte questa avventura in Lanieri per te? Questa avventura parte con tutte le buone intenzioni e tutte le belle speranze, dopo un percorso dedicato alla consulenza, sempre nel mondo della moda, attraverso varie agenzie di comunicaizone, unito alla fotografia. C’è stata la congiunzione astrale che mi ha fatto arrivare la voce relativa alla ricerca di un nuovo direttore creativo per Lanieri. Io avevo idea di cambiare e di prendere in mano un progetto che fosse realmente mio. Da qui nasce la mia storia con Lanieri, iniziata a novembre. Il desiderio di Lanieri era quello di cambiare immagine contestualmente al lancio della nuova collezione P/E, infatti anche il sito ha subito un restyling negli ultimi due mesi.

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Cosa ti ha chiesto Lanieri? Mi hanno chiesto di creare un’immagine che fosse più identificativa, senza parametri precisi. L’idea era quella di essere più giovane e più alla moda, ma mi hanno lasciato completa libertà su come rendere il brand più giovane e più fresco.

Credi che questa libertà sia un bene o un male per un creativo? A me piace avere più libertà, anche se questo vuol dire che la possibilità di errore aumenta.

Che direzione hai preso? La direzione è quella di un sartoriale contaminato. La mia idea era scardinare un po’ quelle che sono le regole di comunicazione che in generale avviene per i brand legati al su misura. Spesso l’immagine è quella di un uomo molto formale, elegante. Io ho voluto creare un’immagine più astratta, creando un immaginario con riferimenti stilistici e visibili riconoscibili, ma senza raccontare una storia specifica. Nelle mie campagne non vedrai l’uomo che fa colazione, ma un archetipo di uomo, allegoria di qualcosa. Quindi non ci sarà una messa in scena di un’azione, ma sarà un ritratto di un uomo.

Quali saranno le caratteristiche di questo archetipo di uomo? Sicuramente l’amore per l’eleganza, l’amore per tutto quello che è bello, che può essere un abito, ma anche un palazzo o un tappeto. In generale l’amore per l’eccellenza italiana che punta a cose belle.

Lanieri PE2019
Lanieri collezione Primavera-Estate 2019

Una domanda un po’ provocatoria. Questo tipo di uomo compra online? Sì, perché noi ci rivogiamo a diversi target. Sicuramente l’uomo più in alto con l’età avrà come punto di riferimento il nostro atelier, dove c’è un servizio dedicato e su misura. Gli utenti più giovani (millennial e non) preferiscono acquistare online.

Ti occuperai di tutta la collezione anche con i capi continuativi? Sì. I continuativi rimangono tendenzialmente simili ogni stagione. Tentiamo comunque di fare qualche nuovo inserimento: banalmente in questa collezione la tradizionale camicia di lino l’abbiamo realizzata anche in una nuova versione arricchita con l’aloe, che conferisce una maggiore traspirazione con un senso di freschezza. Facciamo molta ricerca anche sulla tipologia di tessuto.

Quando hai iniziato a pensare questo nuovo Lanieri, ti sei anche fermato a pensare che la collezione verrà venduta non solo in Italia? Sì, la collezione è pensata per un pubblico italiano ma anche internazionale. Ti faccio un esempio: per la prima volta in Lanieri c’è l’introduzione della camicia stampata, un po’ perché rientra nel mio gusto, ma un po’ anche perché è quello che io ho colto dal mercato parigino e belga: entrambi mettono un focus su questo tocco di stampato che piace molto all’uomo elegante.

Hai pensato anche all’aspetto eco-friendly? Assolutamente. Si tratta di una cosa sulla quale stiamo discutendo proprio in questi ultimi giorni. Già stiamo tentando di eliminare la maggior parte della plastica dal confezionamento,  però non vogliamo ancora svelare niente. Abbiamo comunque in realizzazione un nuovo progetto, sicuramente sostenibile.

Essere direttore creativo di Lanieri è un punto di arrivo o un punto di partenza per la tua carriera? Entrambe. È un punto di divergenza: conclude la passione per la moda che mi ha sempre accompagnato e contemporaneamente si tratta di un punto di partenza, perché per me è una nuova avventura.

Fonte foto: Elena Muserra / Lanieri