È una moda che, come ogni altro trend, va comunque affrontata con conoscenza e con competenza sull’argomento. Bisogna infatti fare molta attenzione ai metodi che si andranno ad utilizzare: non tutti sono sicuri, e alcuni possono anche procurare danni ingenti allo smalto della dentatura. Per evitare di rovinarli, dunque, è sempre il caso di capire quali metodi adottare e quali no.

Il metodo più sicuro: lo sbiancamento dal dentista

Il primo metodo di oggi è anche il più sicuro: ricorrere alle competenze di un bravo dentista, per effettuare uno sbiancamento professionale e senza conseguenze. Non si tratta solo di un metodo certificato, ma anche del metodo che dura in assoluto più di tutti. Questo perché i prodotti usati dai professionisti del settore non posseggono un pH acido, ovvero l’elemento che comporta più danni. Studi dentistici come ad esempio HDental effettuano lo sbiancamento dei denti attraverso trattamenti mirati, sicuri e professionali: l’intervento di un esperto è fondamentale per evitare di rovinare lo smalto dei denti. Inoltre, con un trattamento professionale dal dentista gli effetti possono durare dai 9 ai 12 mesi, mentre con i rimedi fai da te la durata dell’effetto sbiancante si aggira intorno a un mese.

Quali sono gli altri metodi per sbiancare i denti

Per prima cosa è sempre meglio evitare prodotti a base di sostanze chimiche: di solito li si trova un po’ ovunque, anche nei supermercati. Non sono certificati e dunque il rischio è quello di rovinare in modo serio la dentatura. Meglio ricorrere alle numerose soluzioni offerte da Madre Natura: per esempio l’olio di cocco, utilissimo per sbiancare i denti durante il loro lavaggio. Anche l’aceto di mele aiuta a raggiungere questo risultato, così come le fragole. Persino il carbone attivo può servire allo scopo: bisogna però utilizzarlo con il contagocce, perché potrebbe rendere lo smalto poroso. Infine, da menzionare anche la penna sbiancante e le faccette dentali.

Un approfondimento sul livello del pH

Lo abbiamo citato all’inizio dell’articolo, e decidiamo di chiudere proprio con lui: il livello di pH dei prodotti acquistati. Come detto, è bene evitare ad ogni costo i prodotti commerciali con pH acido, preferendo dunque quelli con livelli di pH neutri. La legge prevede comunque un minimale di 4, anche se il consiglio è di optare per prodotti con livelli di pH più bassi. Fra le altre cose, in Italia i produttori non hanno l’obbligo della specifica di questo valore: dunque bisogna sempre evitare i prodotti che non riportano il livello del suddetto. Ad ogni modo, meglio chiedere informazioni al proprio dentista di fiducia.

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