Dopo tanto carbonio come farò? Come farò a ritornare all’acciaio purissimo di una Bianchi d’epoca tutta rossa (sì, rossa) che mi aspetta a L’Ambrosiana e che, come lo scorso anno, Fabrizio “Buse” Buccini mi ha messo gentilmente a disposizione?

In un anno di bicicletta ne sono successe di cose… Oggi guardare i risultati ottenuti su Strava a volte mi provoca sconcerto e incredulità. E la cosa deve essere comune a molti, perché è da inizio stagione che vedo tanti amici coperti di medaglie e coppe, nonché corone, a testimoniare nuovi record assoluti. Sembra quindi che l’intero “popolo ciclista amatoriale” stia progressivamente migliorando. Come se un social come Strava, portando consapevolezza e senso della sfida, abbia effettivamente contribuito a generare più qualità nelle prestazioni sportive.

Così è davvero strano e, forse, rilassante, affrontare una ciclostorica. Ovvero un evento che, grazie a tanti appassionati, cercherà più o meno fedelmente di riportare indietro le lancette dell’orologio e sentirsi per un giorno nei panni di qualche antico eroe del ciclismo: da Coppi a Bartali, da Magni a Gimondi. E Magni e Gimondi ci saranno sul serio, ma all’anagrafe rispondono ai nomi di Laura e Norma. La prima, ovvero la medesima, non ha alcuna parentela con il grandissimo campione fondatore del Museo del Ghisallo. La seconda invece è figlia del grande Felice, bianchista doc, avvocato, che più di un amatore vorrebbe presto vedere sul più alto scranno della FCI.

Da sinistra, Fabrizio Buccini, del Team Polizia, fondatore e promotore de L’Ambrosiana Ciclostorica Milano, al centro: il percorso della seconda edizione di domenica 17 giugno e infine il ricco programma della manifestazione con attività e presentazioni distribuite in due giorni: sabato 16 e domenica 17 giugno.

Quindi anche se L’Ambrosiana non è il Giro E, ci si allena alla “nuova sfida”. Per esempio cercare di rimanere entro i 25 km/h… sarà durissima! Oppure fondamentale allenarsi per rimanere in equilibrio con le ruote sleek sul ghiaietto. O come mangiare un bel panino con la mortadella anzichè succhiare una barretta energetica.
Tutte durissime prove che mi vedranno impegnata in una preparazione rigorosissima. Intanto sono fiera di aver resistito alla tentazione che Alfredo Zini, consigliere FCI, mi lanciò proprio durante la presentazione de L’Ambrosiana. “Io purtroppo non ci sarò“. Come mai Alfredo? “Quel giorno sarò impegnato nel campionato italiano giornalisti sul Ghisallo. Perché non partecipi anche tu? Avresti buone chances di vincere…
Appena sentita questa frasetta tentatrice è risultata subito avvincente. Non solo parliamo di una sfida tra giornalisti, ma il fatto che la tenzone si tenga a portata di ruota, ovvero sul Ghisallo… che dire? Poi però, data un’occhiata al web, vedo la potenziale antagonista, la sua immagine da prof velocissima e mi dico che essere fedeli a L’Ambrosiana è cosa buona e giusta. Già mi veniva l’ansia da prestazione solo a immaginarmi sui tornanti da Magreglio, sotto il sole, con fiato e cuore allo stremo. No, il Ghisallo non è da raggiungere in gara. Non sono ancora pronta. Meglio rilassarsi con una bella ciclostorica. Sarà proprio questa la sfida. Ora che come ciclista mi sono evoluta, devo tornare alle origini.

La locandina della seconda edizione de L’Ambrosiana che si terrà domenica 17 giugno.

Fine prima tappa. E poi accade l’inaspettato.

Nel pieno del vortice di Pitti, con 4 clienti distribuiti su 3 piani della fiera e 2 scale da fare incessantemente su e giù con grande giovamento dei muscoli preposti a sostenere lo sforzo, ecco arrivare una telefonata da Matilde Pozzi, l’amica ufficio stampa di Enervit, che tanto mi ha sostenuta, anzie, meglio dire ‘integrata’, in queste ultime e impegnative avventure ciclistiche. “Ciao Matilde… sono al Pitti…” dico un po’ trafelata nel mentre la mia socia mi presenta in uno stand. Un momento… scusate… una telefonata urgente… “Laura non posso credere che non ci sarai al Campionato Nazionale Giornalisti Ciclistii!” “Eh sì ho promesso che farà L’Ambrosiana…” “Ma non puoi non esserci! C’è un motivo fondamentale per cui non puoi mancare!” Mmmm… la cosa sembra proprio seria, penso tra me e me, mentre ascolto una Matilde che dal tono si direbbe certa di avere pescato il jolly. Un ufficio stampa sa bene come porti la notizia ed io infatti nel giro di due centesimi di secondo sono lì che pendo dalle sue labbra in attesa della topica rivelazione. Del motivo per cui non potrò più sottrarmi all’invito che, in questi ultimi giorni, tante volte mi aveva raggiunto tramite Luciana Rota, che si occupa della comunicazione del Museo del Ghisallo e di tante altre cose che piacciono a noi ciclisti.

Laura! – incalza Matilde – saresti l’unica donna! Devi esserci! Devi tenere alta la bandiera giornaliste-cicliste!”. In un attimo eccomi proiettata nell’ineluttabilità di una risposta che non tardo molto a dare: “Si, hai ragione, non posso non esserci, non ho più scuse…

Sabato 16 giugno indosserò la mia divisa vintage e non mi farò sfuggire il percorso pre-Ambrosiana che raggiunge la bottega di Masi al Vigorelli

E penso alla vincitrice solitaria degli anni scorsi che probabilmente non avrei potuto battere e che incuteva tanto timore. E penso anche che sì, oggi la mia natura è fatta di carbonio e non d’acciaio, come se le mie gambe avessero percorso, in piccolo, la storia del ciclismo. Sono partita da una vecchia biciclettona pesante, aggiustata in ciclofficina, passata per un telaio anni ’80 ed eccomi ora. Contemporanea. Con tutine aerodinamiche e una Bianchi Sempre Pro in carbonio pronta a scattare. Bene. E allora, in assenza della temuta antagonista, per la serie “ti piace vincere facile?” ecco la nuova sfida che non mi mette alcuna ansia: battere qualche maschietto! Addio quindi acciaio evocativo di tante glorie passate, eccomi di nuovo a te, carbonio, fedele alleato di velocità e vittorie!

L’Ambrosiana da non perdere.

Se per me questa volta è andata così e il mio cuore appassionato di biciclette eroiche sarà idealmente vicino a Felice Gimondi, che sarà presente, a sua figlia Norma e a Fabrizio, instancabile organizzatore, auguro a tutti un’edizione di successo, se possibile ancora più bella ed emozionante della prima, fatta un anno fa sui Navigli.
Quest’anno “L’Ambrosiana di Rocche ed Abbazie Ciclostorica di Milano” offre un ricchissimo percorso, tra rocche, castelli, abbazie immerse in scenari suggestivi e inaspettati. Una Milano da conoscere, magari da scoprire la prima volta. C’è l’Abbazia di Chiaravalle con il suo Mulino, il Castello Medice di Melegnano e lo sterrato nel Parco delle Rogge. L’Abbazia di Mirasole aprirà per la prima volta le sue porte ad un percorso ciclistico e sarà attraversata dai corridori in sella. E poi ci saranno Felice Gimondi e Gianni Motta, Gianbattista Baronchelli, Alberto Masi e i Freni Universal. La kermesse prende il via già dal giorno prima. Sabato 16 giugno infatti, alle 15.00 partenza per la ciclo passeggiata informale ma rigorosamente vintage dal Parco Chiesa Rossa fino alla bottega di Alberto Masi al Vigorelli per la presentazione del libro “MASI – Storie di Campioni e di Biciclette” e a seguire, sempre al Vigorelli, Luca De Ponti e Andrea Mangiagalli tenteranno di battere il record dell’ora con ciclotandem vintage over 100.

Luca De Ponti e Andrea Mangiagalli al Vigorelli con il tandem vintage