Quarant’anni fa se ne andava uno dei più grandi registi del cinema italiano, l’indimenticabile Roberto Rossellini, tra i più grandi maestri di un genere ribattezzato neorealismo. Per celebrarlo, abbiamo suddiviso il suo viaggio cinematografico in tre tappe.

Un maestro del Neorealismo

Non esiste scuola di cinema che non proponga ai propri studenti la cosiddetta “trilogia della Guerra antifascista“, ovvero quel terzetto di film che Roberto Rossellini girò andando a fotografare la distruzione reale e tangibile della Seconda Guerra Mondiale, soffermandosi in Italia e Germania Quando il conflitto era ancora aperto, iniziò a progettare il suo primo grande capolavoro, quel Roma Città Aperta (1945), commovente e straziante, che fece conoscere al mondo intero tutto il talento di Anna Magnani. Un anno dopo uscì invece Paisà, considerato dalla critica come una delle vette del cinema neorealista. Il film rievoca l’avanzata delle truppe alleate dalla Sicilia al Nord Italia ed è costituito da 6 episodi: Sicilia, Napoli, Roma, Firenze, Appennino Emiliano, Porto Tolle. Impossibile non provare sgomento.

A chiudere il cerchio è Germania Anno Zero, uscito nel 1948 e dedicato alla memoria di suo figlio Romano, prematuramente scomparso a nove anni. Il racconto rosselliniano si sposta nella Berlino del 1946, nell’immediato secondo dopoguerra. Ancora una volta protagonisti sono desolanti cumuli, di macerie e di anime. Solo nel 1959, Rossellini tornò sul tema della Seconda Guerra Mondiale con Il Generale Della Rovere, film premiato con il Leone d’Oro alla 20. Mostra di Venezia (ex aequo con La Grande Guerra di Mario Monicelli).

“Germania Anno Zero”

L’incontro con Ingrid Bergman

Come scritto sopra, alla fine della Guerra, l’interesse principale di Roberto Rossellini fu quello di inquadrare la devastazione umana in Italia e in Germania. I suoi film attirarono Ingrid Bergman, favolosa attrice svedese che gli scrisse una lettera: “se ha bisogno di un’attrice, ci sono“. I due iniziarono a lavorare e si innamorarono, facendo naufragare i rispettivi matrimoni. Una relazione scandalosa ma che sul set portò a diversi film: da Stromboli (Terra di Dio) (1950) a Europa ’51 (1952), dall’episodio di Siamo Donne (1953) a Viaggio in Italia (1953), da La Paura (1954) a Giovanna d’Arco al Rogo (1954).

Roberto Rossellini con Ingrid Bergman

Rossellini in India

Il lungo viaggio in India di Rossellini giunse alla fine del periodo più prolifico della sua carriera di regista. Quando si recò in India, all’età di 51 anni, lavorò contemporaneamente al suo capolavoro India (1959), costituito da un insieme di vicende e commenti intrecciati. Nel corso del viaggio iniziò una relazione con la giovane Sonali Senroy Das Gupta, sua principale collaboratrice alla stesura delle sceneggiature. La ragazza, 27enne, anch’essa sposata e con due figli piccoli, entrò con Rossellini in un nuovo scandalo. I due furono costretti a scappare dall’India e il film fu terminato in Italia e in Francia. Anche questa volta, fatale fu il fascino di un uomo avanti a tutti.