Per la prima volta la Signora porta in passerella la collezione resort e lo fa nel cuore di Prada, all’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II. Questo è quello che ho visto.

“L’anno scorso ho pensato che non volevo più affrontare i viaggi storici ma che fosse giusto parlare dell’oggi, dell’attuale, che tanto come nel futurismo, contiene già il passato” Questa è solo una delle chiavi per comprendere al meglio la sfilata resort 2018 di Prada. In Passerella trentotto look indossati da modelle pettinate come bambine con le piume in testa (qui la citazione anni ’20) e i calzettoni sportivi fino al ginocchio. In scena la tradizione e l’affermazione del proprio io del brand: alcuni nylon, impermeabili, catene, dettagli mi hanno fortemente ricordato alcuni outfit presentati tra il 1988 e il 1994 come a voler gridare a gran voce uno stile che poco ha a che vedere con le stagioni e con lo scorrere del tempo. Una collezione censurata, tollerante, a tratti inquietante: “il nudo che negli Anni Settanta era praticato da tutti adesso è del tutto improponibile. La moda parlava a un piccolo gruppo di borghesi bianchi, ricchi e cristiani. Oggi, il nostro pubblico appartiene a tutto il mondo e spesso non la pensa come noi, coltivando sensibilità molto diverse. Prendiamola come una sfida, come un esercizio di tolleranza” dice la Signora, e per questo motivo ha messo i reggiseni neri sotto le vesti dal tessuto impalpabile e le mutande castissime.

Le borse hanno un antico marchio della casa rieditato da James Jean, che già nel 2007 aveva collaborato con Prada per la collezione fantasy e per il corto “Trembled Blossoms”

Il gioco armonico dei poli estremi di Prada continua con le sovrapposizioni (il top, la maglia, la blusa, il grembiulino), messi insieme con tessuti diversi per peso e colore (il tulle, la seta, il neoprene) e poi le scarpe estremamente eleganti o estremamente sportive e avanguardistiche indossate con le gonne plissé. Un gioco, quello di Prada che mixa la dolcezza con la geometria, la castità con la sessualità e il pensiero di Miuccia persona, che mai avrebbe voluto fare una sfilata Resort, e Miuccia Prada la stilista che “siccome la cruise la fanno tutti, per logiche di mercato ho dovuto farla anch’io, ma vi prego non chiamatela nè cruise, nè resort, sono nomi che mi sanno di sfilate insignificanti, chiamatela no-cruise”. Ad applaudire oltre a me, altre centosessantanove persone tra cui Courtney Love, Susan Sarandon, Valeria Golino, Bianca Jagger e quel gran figo di Filippo Timi.