Così come “e-mail” ed “e-commerce“, e-bike è un nome davvero centrato, in grado di evocare tutta la modernità e il dinamismo di un nuovo modo di concepire il ciclismo. Molto meglio di “bicicletta elettrica a pedalata assistita” che, oltre ad essere una denominazione lunga e noiosa, ha il pesante difetto di smorzare ogni entusiasmo sportivo.

È forse il termine “assistenza” che in Italia non gode di una bella reputazione. Suscita un’idea di subalternità… o meglio, di sussidio a chi ha problemi, come la stampella di Enrico Toti, per intenderci, e quindi non può abbinarsi bene all’immagine della bicicletta, abituata ad essere pensata come la protagonista di un meraviglioso gesto atletico, dove umanità e meccanica hanno entrambi un cuore che batte all’unisono.

Stavo così perdendomi in questi pensieri steam punk mentre sfrecciavo in Vespa all’appuntamento con il gruppo di giornalisti in partenza per testare le e-bike. Obiettivo? Apprezzare il nuovo giocattolo a due ruote (oggi ne fanno di bellissime) e promuovere la quarta edizione di Bike-Up, primo festival europeo interamente dedicato alla bicicletta a pedalata assistita, organizzato da Lab.C. che si terrà a Lecco dal 12 al 14 maggio. Per iscriversi all’e-bike tour e approfondire tutte le attività in programma cliccare qui o visitare www.bikeup.eu.

Alla partenza scelgo il mio potente mezzo: una bellissima Riese & Müller

Dopo Lecco, seguiranno gli appuntamenti a Canazei (17-18 giugno) e a La Thuile (8-9 luglio).

In ogni tappa del festival ci sarà sempre la parte espositiva con la presenza delle più importanti aziende del settore e le iniziative che permetteranno di testare le e-bike. Come ad esempio TrailUP e-powered by Bosch, tour con guida esperta per visitare il territorio dal punto di vista culturale ed enogastronomico, oppure RideUP lesson by Gravity School, per sperimentare le potenzialità delle mtb elettriche. Non mancano le iniziative per le famiglie e domenica 14 maggio, alle 10, ci sarà persino un cicloraduno elettrico, aperto a tutti coloro che hanno già una e-bike e che desiderano partecipare ad un’escursione guidata sulle rive del lago di Lecco.

Il festival Bike Up a Lecco, dal 12 al 14 maggio

Un appuntamento multiplo e imperdibile creato quindi per scoprire le gioie inimmaginabili della pedalata “a iniezione di potenza“. Questo, alla fine, il neologismo coniato dalla sottoscritta dopo aver vissuto in prima persona la curiosa esperienza.

L’amica Claudia, ciclista amatoriale di indubbie qualità, intervistata tempo fa per questa rubrica, e PR in ambito turistico, aveva così, insieme alla sua socia Alessandra, studiato un percorso ad hoc per dare la possibilità a chi scrive di bicicletta (me compresa!) di parlare della nuova proposta. La scena dell’esperimento? Ma il Naviglio Grande, perbacco! Scelta perfetta dal momento che conosco a memoria ogni metro dell’itinerario fino a Gaggiano, meta delle mie pause pranzo a pedali, e quindi percorso ottimale per capire differenze e virtù.

Ma quali sono, appunto, le virtù dell’e-bike?

Eccole divise in punti.

Un’iniezione di potenza
Sarà perché la mia bici era dotata di motore Bosch, un brand che dall’esordio con le famose candele, fin dall’800, ne ha fatta tanta di strada, ma la sensazione è proprio quella. Potenza. E si gode al massimo se si mette il rapporto più duro. Alla prima pedalata di avvio infatti si percepisce, rapido e progressivo come un soffio, l’inserimento silenzioso del motore. E la gamba pare diventata bionica, proiettata verso l’infinito di una pedalata lunghissima.

In fuga con la marcia sport

Cuore matto
Indossando come sempre il mio Fitbit Surge, è da non credere come i battiti del cuore restino nella fascia cosiddetta “brucia grassi“, ovvero intorno ai 100 bpm. Ecco quindi la risposta a chi pensa che la e-bike sia paragonabile a un motorino. La bici va, ma sei tu a pedalare, semplicemente con minor sforzo muscolare se stai sotto i 25km/h. Ma se vai oltre, la pedalata è tutta tua.

Da cardiopalma il selfie in movimento con l’iPhone in equilibrio precarissimo

Accoppiamenti e… coppie
Con oltre 70 costruttori supportati, si può dire che la Bosch abbia risolto l’inserimento del motore in ogni tipo di design. Dalla pieghevole da città, alla più voluminosa mountain bike, passando per i solidi modelli da cicloturismo. Bosch si sposa ad ogni tipologia di bicicletta. Così è bello immaginarsi pronti a scattare al semaforo con le micro-ruote della pieghevole o, meglio ancora, a guadagnare vette in quota, con l’ammiraglia della Riese & Müller su sentierini sterrati che mai i propri polpacci avrebbero potuto affrontare. C’è chi pensa persino alla possibilità di salvare la vita di coppia: lui in bici, lei con l’e-bike (nel mio caso sarebbe l’inverso) finalmente uniti in lunghi e romantici itinerari per scoprire insieme le bellezze dell’Italia.

Ecco quello che si può fare veramente con una bicicletta motorizzata, in questo caso by Shimano

Estetica e discrezione
Se nella pieghevole le batterie sono totalmente invisibili perché inserite nel tubo del telaio, e allora l’effetto sorpresa è davvero irresistibile, come con Braccio di Ferro che ha mangiato gli spinaci, nella mountain bike, che ho scelto io per la prova, la visibilità del “PowerPack” è compensata dalla possibilità di rimuoverlo per portarselo a casa e ricaricarlo in poche ore da qualsiasi presa elettrica. Proprio come uno smartphone.
Certo… non c’è verso di non farsi beccare… “Dulsa l’uga, eh?“, ammicca il veterano mentre mi supera leggero sulla sua Bianchi Infinito cv.

Pausa del gruppo a Trezzano sul Naviglio: nessuno è stanco e si decide di proseguire

Tecnologia smart
Sono sempre stata un po’ una nerd e quindi il computerino che mostra il progress della velocità è una vera goduria. Non si può non filmarlo con l’iPhone. Al chilometraggio orario si aggiunge la possibilità di scegliere, tramite comoda pulsantiera sul manubrio, i diversi tipi di potenza disponibili: Eco, Tour, Sport e Turbo. Il supporto alla pedalata varia così dal 50 al 300%. E non è finita. Alcuni modelli si interfacciano con una App su smartphone e consentono di caricare itinerari specifici disponendo quindi di tutte le informazioni utili, dal percorso alle altimetrie. Così, mentre vai, la strada ti sarà sempre indicata sullo schermo. Il sogno, avverato, di ogni cicloturista.

Il computerino registra 19 Km/h… con il Turbo!

E così la prova è volata. Senza quasi sudare (a volte non ho resistito e ho staccato il motore) ci siamo ritrovati tutti a Gaggiano, su e giù dai ponti supportati dalla marcia Turbo e allegramente controvento senza far fatica. La sensazione è quella di avere super-poteri. Così non ti senti mai veramente in colpa. Pedali veramente, bruci e ancora senti di avere energie da vendere.

E alla fine del test anche la fame è autentica… Le batterie per smorzarla? Un bell’hamburger di tonno!

 

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