Per tutti coloro che si sono appassionati leggendo La Ragazza del Treno, il bestseller di Paula Hawkins, l’appuntamento al cinema è d’obbligo. Per tutti coloro che ancora non l’hanno letto invece è l’occasione di vedere con i propri occhi una storia avvincente che ricorda La Finestra sul Cortile di Hitchcock.

Un successo inevitabile

È meno scontato di quello che sembra il processo produttivo che ha portato al cinema La Ragazza del Treno. Il produttore del film, Marc Platt, aveva infatti visto lungo quando lesse il libro della Hawkins. Talmente affascinato dalla storia che comprò immediatamente i diritti senza ancora sapere che quel libro sarebbe diventato un autentico fenomeno, capace di vedere vendute oltre 15 milioni di copie (e il numero aumenterà sensibilmente ancora in questi giorni).

Una storia ricca di suspense

Diretto da Tate Taylor, La Ragazza del Treno è un thriller psicologico in cui realtà e apparenza, bugie e verità si intrecciano in un crescendo inquietante, in cui nulla è come appare. Protagonista è Rachel (Emily Blunt), una trentenne uscita a pezzi da un divorzio. Ogni giorno prende il treno e rivede la casa doveva viveva con l’ex marito: è assalita dai ricordi e dal dolore. Non riesce a considerare finito il suo matrimonio e affoga la sua tristezza nell’alcool. Oltre alla sua vecchia casa, ogni giorno vede anche Megan (Haley Bennett) e Scott (Luke Evans), una coppia apparentemente perfetta. Un giorno però Megan scompare.

Un thriller attuale 

Incubi e paranoie, e poi una forte dipendenza dall’alcool che le fa perdere la memoria. Rachel è stata solo spettatrice della sparizione di Megan o è coinvolta nella storia? Come sempre non sveliamo, ma lo spettatore vedrà tutto attraverso il suo punto di vista. Ovvero gli occhi di una donna emarginata, frustrata, arrabbiata e poetica. Una donna che ha proiettato nell’altra coppia i suoi desideri di felicità (da condividere con la persona amata) e la frustrazione del suo fallimento. Un meccanismo di ammirazione/invidia che rispecchia in pieno l’epoca in cui viviamo, con riferimento a quanto proviamo nei social network, quando sbirciamo la vita degli altri e liberiamo le nostre sensazioni. Sono davvero tutti felici e perfetti come appaiono?

Da Londra a Manhattan

La Ragazza del Treno è stato adattato per il grande schermo da Erin Cressida Wilson che, fin da subito, ha deciso di ambientare la storia – con il consenso della Hawkins – a Manhattan e non a Londra come nel libro. Ma lo sfondo di questo puzzle psicologico è in realtà ininfluente. La forza di questa storia è infatti quella di trattare i temi universali del voyeurismo, della solitudine, della dipendenza e della passione.