Vista dal Museo di Kafka

Una delle cose che più mi piace fare – non si era capito? – è regalarmi un viaggio appena posso, anche solo partire per il weekend e gironzolare per le strade della città che ho scelto.

Vi assicuro che è un toccasana per la mente e lo spirito, rilassa e non è nemmeno così gravoso per le proprie tasche… evviva i voli low cost! Ebbene, anche se due giorni sono sempre troppo pochi per conoscere le bellezze di una città fino in fondo, questa volta è toccato a Praga e, guida alla mano, ho trascorso un piacevolissimo weekend in Boemia dove ho scoperto una città ancora in ripresa ma equilibrata, dal passato storico glorioso, culturalmente e architettonicamente ricca.

Praga ha l’aspetto austero ma molto educato, l’architettura gotica di cui si caratterizza le conferisce quell’aura fiabesca e tipicamente bohémien; è attraversata dal fiume Moldava che la rende romantica e molto suggestiva. Il suo centro storico è patrimonio dell’Unesco dal 1992 e offre la birra più buona che abbia mai bevuto in tutta la mia vita!

Per cominciare, la prima tappa è stata al Museo del Comunismo che ripercorre un pezzo di storia molto importante del paese. Uniformi militari, ricostruzioni di salotti o ambienti di lavoro, cimeli di ogni genere, manifesti politici e pannelli fotografici del socialismo ceco degli inizi del ‘900: qui si ripercorrono i suoi 40 anni di comunismo e, sebbene con poco rigore, di certo con un tocco kitsch che fa sorridere.

Passeggiamo per le vie della città, fino a ritrovarci in Piazza Venceslao: quella che in epoca medievale era un mercato di cavalli, oggi è una delle maggiori attrazioni turistiche della città. È un ampio viale che è stato teatro di eventi storici importanti e divenuto luogo di memoria nel 1969, quando lo studente universitario di filosofia Jan Palach vi si diede fuoco in segno di protesta contro l’oppressione socioculturale dell’Unione Sovietica e dando così inizio al movimento conosciuto come Primavera di Praga.

Proprio qui ci imbattiamo in una tipica mensa ceca: sembra di essere catapultati in una di quelle mense scolastiche di fine anni ’80, con tavoli di legno massiccio e sedie pesanti di metallo. 215 kc (circa 8.00 €) per un tipico piatto della cucina ceca e 50cl di birra che ci riporta al mondo!

La nostra passeggiata continua, costeggiamo il fiume e attraversiamo il Ponte Manès per arrivare al Museo di Franz Kafka. In tutta onestà, può non essere una tappa obbligata se si decide di esser a Praga per pochi giorni: molto sotto le mie aspettative, la mostra ripercorre la vita dello scrittore attraverso fotografie, manoscritti e un mix di sensazioni (cupe) tipicamente kafkiane, riprodotte tramite specchi, suoni, rumori e giochi di luce. Affascinante il luogo e la vista – siamo in una ex fabbrica di laterizi proprio sulle rive del fiume – ma nel complesso poco attrattivo e per nulla d’impatto.

Lungofiume di Mildava (ph. Andrea Sghedoni)
Lungofiume di Mildava (ph. Andrea Sghedoni)

Ci dirigiamo perciò verso il Museo Ebraico. Qui è conservata la più grande collezione di oggetti sacri dal valore inestimabile che documentano la storia, le tradizioni e le usanze del popolo ebraico in Boemia.

Attraversiamo il vecchio Cimitero Ebraico dove sono ammassate circa 12.000 lapidi in rovina e 100.000 tombe sotto di esse disposte a strati per il poco spazio, e ci muoviamo fino a raggiungere la Sinagoga Spagnola. È la più recente del ghetto di Praga, i suoi interni sono ricchi d’oro in stile moresco e presenta una mostra sugli ebrei della Boemia, dall’illuminismo ai giorni nostri. L’ho ammirata estasiata e senza parole.

Concludiamo la giornata col Municipio della città vecchia e la visita alla torre dell’orologio astronomico: allo scoccare di ogni ora i personaggi posti ai lati dell’orologio – la Morte, l’Avidità, la Vanità e un Turco che simboleggia l’invasione dei pagani – si animano e suonano una campana mentre gli apostoli sfilano affacciandosi alla finestrina sopra l’orologio.

È uno spettacolo di 45 secondi che attira sempre tantissimi turisti curiosi! Saliamo sulla torre per goderci la vista della città, uno spettacolo molto suggestivo, soprattutto al tramonto.

Vista dalla Torre dell'Orologio (ph. Andrea Sghedoni)
Vista dalla Torre dell’Orologio (ph. Andrea Sghedoni)

Tornando verso casa ci fermiamo in un pub di zona: qui si cena molto ma molto presto, ma il Parlament ci ha salvati! Buon cibo e fiumi di birra… vi ho già detto quanto è buona quella di Praga, si?

Il nostro secondo giorno inizia di buon’ora con il mercatino delle pulci della città: in periferia, ben lontano dal traffico cittadino, si trova il più grosso mercato dell’usato d’Europa. Si chiama Bleší trh Kolbenova ed è proprio qui a Praga!

Sono circa 50.000 mq di spazio che, ogni settimana, offre una quantità infinita di articoli nuovi e usati, da oggetti pratici alle curiosità più impensabili. L’ingresso costa 20Kc (nemmeno 1€!) e quello che mi colpisce, appena arrivata, è la sensazione di caos totale e incontrollabile che qui regna sovrana: alimentari, vestiti usati, televisori ancora a tubo catodico venduti come merce rarissima, vecchi cellulari dal display bianco e nero, pistole, fucili e armi da sparo insieme a parrucche da donna, passeggini e seggioloni per bambini…tutto è così assolutamente non-sense e fuori controllo che risulta divertente! Una volta dentro, la sua atmosfera è così coinvolgente che finisci a mangiare uno dei loro wurstel con la senape o a comprare un abat-jour che non ci starà mai nel bagaglio a mano del ritorno…provare per credere!

Torniamo in centro città e decidiamo perciò di godercela, con una lunga (e faticosa!) passeggiata che dal Ponte Carlo arriva fino al Castello di Praga. Karlův Most, appunto Ponte Carlo, interamente realizzato in pietra alla fine del XII secolo, collega due quartieri importanti ed è molto frequentato da musicisti e artisti di strada che lo rendono affascinante e molto signorile, dall’eleganza gentile e sussurrata, oserei quasi dire tipicamente parigina.

Saliamo fino al Prazsky hrad, il Castello di Praga, da sempre sede dei monarchi cechi e residenza ufficiale del capo dello stato repubblicano. È un complesso di edifici storici, musei e gallerie che oggi ospitano tesori culturali e artistici più importanti della Repubblica Ceca.

Purtroppo è tardi per visitarlo all’interno, perciò assistiamo al cambio della guardia (si svolge allo scoccare di ogni ora), ci rilassiamo con un vin brulé e godiamo della più bella vista sulla città.

Riscendiamo verso la città vecchia e facciamo ultima tappa alla Chiesa di San Nicola: è uno dei più notevoli edifici barocchi di Praga e il maggior luogo di culto che ospita l’Apoteosi di San Nicola, l’affresco più grande d’Europa.

Mensa di Praga (ph. Andrea Sghedoni)
Mensa di Praga (ph. Andrea Sghedoni)

I nostri 2 giorni a Praga si concludono prima con una cena al Lehkà Hlava, ristorante che sembra vivere in un modo a parte. In un vicolo cieco del centro storico, per niente visibile e soprattutto riconoscibile se non si è del posto, è un piccolo locale dall’arredamento in stile esotico e allo stesso tempo un po’ naif, che offre solo cucina vegetariana e vegana preparata al momento…ci tornerei adesso!

Tappa obbligata, fidatevi di me! Dopo cena ci rilassiamo al Balbinova Poeticka: sembra un vecchio circolo di combattenti, una cantina del periodo post sovietico dove l’odore di fumo è una costante e grossi uomini con la barba bevono birra come fosse acqua, abbracciando la loro donna.

Qui si percepisce l’anima di una città che ha sofferto tanto e che pian piano si sta riprendendo, il tempo sembra essersi fermato, tutto è passato ma incredibilmente attuale. Non vi è venuta voglia di andare a Praga per il weekend?