Fabio Franchina, Presidente di Framesi

I più grandi li riconosci da tre fattori: disponibiltà, rispetto e competenze. Quando incontri il Dott. Fabio Franchina ti accorgi immediatamente di aver davanti – prima di tutto – una persona, il che non è poi così scontato al giorno d’oggi.

A capo dell’azienda di famiglia – Framesi Spa – Il Dott. Franchina ci parla di una storia vera. Un successo tutto italiano: dalla piccola bottega fino a diventare una delle poche multinazionali italiane nel settore della bellezza.

Lui la definisce una “multinazionale-tascabile”, ma il concetto non cambia, se non per confermare alcuni valori: piedi per terra sempre, rispetto per le persone e per i valori e massima attenzione per le innovazione.

Funziona tutto perché si parte dal “patrimonio umano”. Valori cresciuti di generazione in generazione, per non allontanarsi mai dall’idea di far parte di una grande famiglia, anche se i tuoi prodotti sono venduti in oltre 70 paesi nel mondo.

Abbiamo incontrato Fabio Franchina, Presidente di Framesi Spa, ecco cosa ci ha raccontato:

Quali sono i suoi primi ricordi da bambino dell’azienda? L’azienda di famiglia nasce a Milano in via Davanzati al numero 5. Successivamente si trasferisce al civico 31 e poi al 33, dove ho i miei primi ricordi. C’è sempre stato un legame strettissimo tra vita professionale e vita familiare. Un’idea molto forte di “casa-bottega”. I miei primi ricordi sono quelli di un ufficio che era all’interno di una parte dell’appartamento. Io da bambino uscivo e “magicamente cadevo” nella parte professionale. C’era una forte condivisione dello spazio e c’erano tutta una serie di collegamenti diretti che hanno permesso che l’azienda potesse svilupparsi come una vera e propria famiglia.

All’epoca si immaginava già seduto su quella poltrona? No, anche se devo ammettere che è stato fatto di tutto per fare in modo che questo accadesse, sia a me che a mia sorella Roberta che oggi ricopre il ruolo di amministratore delegato. Diciamo che la scelta non è stata spontanea. Le possibilità di fare qualcosa di diverso, non dico che fossero precluse, ma visto questo coinvolgimento vero della famiglia in ogni attività dell’azienda, altre strade risultavano difficili. Senza contare il fatto che quando si cresce a stretto contatto con un fondatore – come tutti i fondatori di quell’epoca, uomini con una determinazione e carattere di ferro – diventa difficile poter discutere sulle alternative. Solitamente in questi casi ci sono due soluzioni: o uno ha una reazione contraria, oppure si fa coinvolgere e affascinare… e questo è ciò che è successo a me.

Qual è il più grande insegnamento che le ha lasciato suo padre? Gli insegnamenti sono stati tanti. Mio padre ci ha insegnato il rispetto per le persone, il valore del patrimonio umano è sempre stato per noi un punto centrale. L’altro aspetto che ci ha insegnato è di cercare di dare sempre il massimo. L’impegno non doveva mai essere parziale, ma sempre totale. Poi il risultato poteva essere eccellente o meno, ma l’impegno doveva essere assoluto.

Quali sono i valori di Framesi? Oltre il rispetto delle persone, quello che oggi chiamiamo anche personal touch, i nostri valori sono quelli di un’azienda che si occupa di prodotti professionali. Per esempio il concetto di qualità è importantissimo e noi cerchiamo di fare in modo che i nostri standard produttivi siano il più possibile elevati. Un altro valore è la coerenza. Manteniamo ancora oggi, inalterata nel tempo, una dedizione esclusiva per il canale professionale. Anche sul fronte dei servizi, i nostri sforzi sono costantemente orientati al successo del parrucchiere. E’ questo che ci spinge ogni giorno a trovare nuovi prodotti, nuove iniziative, nuovi supporti che possano consentire all’acconciatore di reagire in maniera efficace ed ottenere le migliori performance… perché se loro hanno successo, noi abbiamo successo.

Non siete mai stati tentati dalla grande distribuzione? No. Per due motivi. Primo perché c’è sempre stato questo forte legame con l’acconciatore. E poi perché pensare di affrontare la grande distribuzione senza una preparazione adeguata, significherebbe andare incontro ad un fallimento. La grande distribuzione ha dei numeri straordinari, con oltre il 44% del totale della commercializzazione dei cosmetici in Italia, ma è fatta per specialisti attrezzati, con linee produttive predisposte sulla quantità e non solo sulla qualità… Tutti aspetti che ci hanno spinto a restare focalizzati sul canale professionale.

Multinazionale italiana a gestione familiare…. Framesi è una multinazionale tascabile. Abbiamo una distribuzione internazionale estesa, con oltre 70 paesi in cui vengono venduti le nostre formulazioni. L’italianità per noi è un fattore rilevante. Per esempio abbiamo creato un progetto molto importante che si chiama “Italian Style”, il primo legato allo sviluppo dell’idea del total look, con la creazione delle prime collezioni di prêt-à-porter capelli. Per noi l’italianità non è solo un vanto, ma è un elemento che ha contraddistinto la maggioranza delle nostre scelte… e se è vero, come dicono, che gli italiani pensano con le mani … nel nostro settore vale ancora di più. Il fatto di essere italiani, con un’azienda di famiglia a tutti gli effetti, con un coinvolgimento personale nelle attività professionali, ci consente di pensare globale agendo localmente e quindi di poter competere sul piano internazionale. Su questo non vogliamo scendere a compromessi.

Sentite questa responsabilità di rappresentare l’italianità all’estero? Noi siamo molto orgogliosi di essere italiani. Crediamo davvero che “Italians do it better”. A volte ci manca però la consapevolezza di quello che siamo in grado di fare.

Nel campo della ricerca quanto è importante il rispetto dell’ambiente? E’ sempre di più un fattore importante. In Framesi c’è massima attenzione nell’utilizzo di materiale riciclabile e lavoriamo molto sulla riduzione degli sprechi. La nostra politica interna ci sta portando ad un maggiore impegno per quanto riguarda anche l’utilizzo delle risorse: dall’emissione del CO2, ai consumi sempre più ridotti di energia elettrica e acqua (per esempio impiegando strumenti tech all’avanguardia). Stiamo facendo investimenti in questa direzione, cercando di utilizzare le risorse in modo intelligente. Ma il problema più importante che riguarda uno sviluppo “green” è che ciò che è ecologico, spesso non è economico. La sfida è trovare un corretto equilibrio anche tra tutti questi fattori.

Prima le ho chiesto cosa le ha insegnato suo padre. Invece cos’è che vorrebbe lasciare alla prossima generazione? La cosa che mi renderebbe più orgoglioso e felice è l’idea di dare un esempio concreto di passione per ciò che si fa. Oggi c’è molta carenza in questo senso. Noi italiani siamo delle persone passionali, ma quando si parla di lavoro la passione ce la dimentichiamo. Lo si fa perché bisogna farlo… In fondo invece bisognerebbe essere più innamorati del proprio lavoro. Per noi è un elemento necessario. Ai parrucchieri bisogna parlare al cuore, e se non c’è passione, dall’altra parte viene percepito. Essere orgogliosi, appassionati, curiosi e affamati di successo: questo mi piacerebbe diventasse, anche per la prossima generazione, un elemento guida, che aiuterà i giovani ad affrontare ogni sfida futura.