Vittorio De Sica è uno dei nomi più celebri del mondo del cinema italiano. Attore e regista, ma anche uno degli autori più rinomati del neorealismo italiano.

Vincitore del Premio Oscar per il migliore film straniero con “Sciuscià” (1948), “Ladri di biciclette” (1950), “Ieri, oggi, domani” (1965) e “Il giardino dei Finzi Contini” (1972) Vittorio De sica è stato anche attore teatrale e documentarista.

Nasce nel 1901 e inizia la sua carriera come attore teatrale e nel 1930 si aggiudica il livello di primo attore, ruolo che gli permette di dimostrare il proprio talento e le proprie doti interpretative, grazie alle quali riesce ad essere tanto comico, quanto drammatico.

Nel 1933 dà vita alla sua compagnia con Giuditta Rissone e Sergio Tofano e, contemporaneamente, inizia ad essere famoso anche come regista cinematografico.

Vittorio De Sica lavora anche con Luchino Visconti nella stagione 1946/47 nello spettacolo “Il matrimonio di Figaro” terminando la carriera teatrale con la stagione 1948/49, perché troppo impegnato con i progetti legati a cinema e televisione.

Fra i suoi grandi successi, il film “Gli uomini, che mascalzoni…” del 1932, nel quale realizza e lancia la celeberrima canzone “Parlami d’amore Mariù” che sarà uno dei suoi punti di forza per tutta la durata della sua carriera artistica.

Molteplici i riconoscimenti ottenuti da Vittorio De Sica: Orso D’Oro al Festival di Berlino con “Il giardino dei Finzi Contini”, Palma d’oro a Cannes con “Miracolo a Milano”, 3 David di Donatello di cui uno come migliore attore protagonista e 2 come miglior regista, 3 Nastri d’argento rispettivamente come miglior regista (“Sciuscià”), migliore attore protagonista (“Cuore”) e migliore regista e migliore sceneggiatura (“Ladri di biciclette”), National Board of Review, 2 Nomination e 4 Premi Oscar.

Dopo una celebre e rigogliosa carriera professionale che lo ha reso famoso in Italia e nel mondo, Vittorio De Sica si spegne nel 1974 a 73 anni, dopo aver subito un intervento chirurgico reso necessario da un tumore ai polmoni, presso l’ospedale di Neuilly-sur-Seine di Parigi.