una tomba per le lucciole

Debutta per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane il lungometraggio “Una tomba per le lucciole”, ritenuto uno dei lavori più importanti dello Studio Ghibli e definito un capolavoro realizzato da Isao Takahata, regista giapponese.

Sarà al cinema solamente per due giorni: il 10 e l’11 novembre, il film, cardine dell’animazione giapponese, è tratto dall’omonimo romanzo di Nosaka Akiyuki e racconta, in maniera piuttosto avvincente, la storia sulla guerra parallelamente alla storia sull’infanzia.

Non è possibile definire l’uscita del film come una prima visione assoluta, perché nei cinema giapponesi debuttò 27 anni fa: 16 aprile 1988.

La pellicola è ambientata nel 1945 nella città di Kobe e racconta la vicenda di due fratelli, Seita e Setsuko, rispettivamente e di 14 e 4 anni, che si ritrovano orfani di madre a causa delle incursioni aeree dei B-29 americani. Il padre, arruolato nella Marina Giapponese, non dà più notizie di sé e Seita decide di andare a vivere con la sorellina minore presso una zia.

Lì, le condizioni di vita non sono insostenibili per i due fratelli, così che Seita sceglie di spostarsi, sempre insieme a Setsuko, in una cava abbandonata in cui poter vivere un’esistenza serena; le scarse condizioni igieniche e la mancanza di cibo portano Setsuko alla morte e Seita, disperato, si lascia morire lentamente e senza reagire, abbandonando la vita terrena nella stazione di Sannomiya.

Si tratta di un lungometraggio animato che rimane nella memoria come straziante, intenso e struggente, perché riporta le conseguenza dei bombardamenti americani in una chiave realistica e contemporaneamente cruda e diretta, mostrando fiamme, distruzione e corpi morti, mente i due fratelli provano a vivere cercando un equilibrio familiare, come se la guerra non esistesse.

Isao Takahata (protagonista anche in “Heidi” e “Anna dai capelli rossi”) scrive e dirige “Una tomba per le lucciole” che è, inoltre, una pellicola firmata studio di Totoro, che torna alla macchina da presa dopo sei anni.