Quando Fulvio Aniello, il Mega Direttore Galattico di Fashion Times, mi ha chiesto di fare un pezzo sulle tendenze uomo, non c’ho pensato due volte a non googolare “tendenze-uomo-estate-sfilate”. Piuttosto ho subito googolato nel mio cervello quello che ultimamente ho visto in giro, nella realtà terrena dei fatti. Alla fine ne è venuto fuori un decalogo, suddiviso tra cinque trend top e cinque trend flop.

Cominciamo dalle cose belle: sto notando con sommo piacere che le T-shirt bianche imperversano ovunque, ed io non posso far altro che essere felice, dato che ho un’idea molto precisa di stile maschile che ha come fulcro la semplicità massima.

Grazie a dio anche gli zaini stanno avendo il loro momento d’oro, vuoi perché c’è la moda (che approvo) delle biciclette e quindi rappresentano un accessorio funzionale, vuoi perché vanno di moda e basta, ma adesso ce ne sono davvero di tutti i colori e fogge. E che sia la volta buona che gli uomini abbandonino definitivamente ridicole pochette e borse da donna.

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Le Vans stanno avendo il loro attimo d’oro, in questo momento preciso c’è la collezione realizzata in collaborazione con Disney che sta andando a ruba, ed io godo, dato che il maschio per me deve avere i piedi sempre coperti (no ciabatte, no sandali, piuttosto scalzi) e possibilmente coperti con qualcosa di sportivo.

Anche le moto sono di moda, nonostante non siano propriamente qualcosa da mettersi addosso, ma stanno comunque entrando a far parte di un certo lifestyle “da figo vero” per cui io personalmente sballo.

L’ultimo trend che approvo è un trend “complessivo”, ovvero è più un mood che un trend, ed è lo stile shabby, ovvero quello poco curato, vero o finto che sia. Rientrano nella categoria magliette slabbrate, sdrucite, magari non perfettamente stirate, pantaloni non skinny abbinati a scarpe che non c’entrano talmente tanto niente, il cui abbinamento alla fine pare perfetto, capelli non perfettamente curati e pettinati, barba lasciata lì, colta o incolta.

Ed ora le note dolenti, l’altra metà del decalogo che rappresenta la parte flop.

Inutile dire che i pantaloni da uomo devono essere pantaloni, né pinocchietti, né shorts, né pantaloni Capri, ma pantaloni di una lunghezza normale, quindi chiariamo subito il concetto che i pantaloni sopra il ginocchio, e quelli a metà o appena sotto o appena sopra il polpaccio sono da buttare direttamente nel bidone della spazzatura. Non sono cool, sono un insulto allo stile maschile.

Vade retro sandali e sandaletti vari, come ho già detto sopra, gli uomini i piedi se li devono coprire, ogni forma di apertura “podistica” è da relegare a frati francescani e preti di paesini.

Mixare troppe fantasie come sto vedendo ultimamente in giro dovrebbe essere vietato dalla legge, perché la verità è che le donne possono osare, gli uomini no, o per lo meno non con i pattern.

Questione barba: applico il detto “quando il troppo stroppia”. Tutti la amiamo, ma io personalmente non ne posso talmente più che di notte sogno visi “a culetto di bambino”.