Pierfrancesco Favino ha quel dono speciale che fa decisamente invidia a molti. Ti trasmette completezza. Ovvero in lui cogli equilibrio, sicurezza, impegno e duttilità – pensiamo ai ruoli drammatici e non. Ma ancora allo stesso tempo uno spiccato senso della perfezione e del dovere, che a seconda del suo sguardo e dei momenti, diventa leggerezza , ironia, confidenza, fragilità, dolcezza, sensualità.

L’attore italiano dall’appeal internazionale che tra i premi può vantare tra gli altri – tre Nastri d’argento, tre Golden Graal, due David di Donatello, due Ciak d’oro, due Maximo award RomaFictionFest – racconta a “Focus On…” del suo lavoro, del “suo” cinema e dell’impegno a teatro.

Nel film “Senza Nessuna Pietà”, presentato a Venezia e a Toronto, peraltro esempio originale e riuscito di promozione sui social network, è ingrassato di 20 kg per poter interpretare il suo ruolo. Come si prepara ad interpretare un personaggio e quali preferisce interpretare? Mimmo, il protagonista di Senza Nessuna Pietà è uno dei personaggi più interessanti che abbia dovuto interpretare. Un personaggio che vive complessi che ho immaginato risalire alla sua giovinezza, dovuti all’educazione ricevuta in famiglia ma anche al suo fisico. Mimmo nella sceneggiatura é rappresentato come un uomo “grande, grosso e che fa paura”. Il suo fisico é parte del suo carattere e della sua storia, non potevo capire Mimmo se non affrontando questo passaggio e questa trasformazione.

Quali sono i ruoli che ritiene siano più in linea con il suo modo di essere, ovvero che preferisce interpretare? Sono attratto dai personaggi che devono affrontare conflitti, contraddizioni, guerre personali, ricchi di sfumature. Sia il cinema che la televisione me ne hanno dato spesso l’opportunità.

Ci racconta della sua interpretazione ed esperienza in “Rush” e del ricordo e collaborazione con Ron Howard? Ho avuto il grande onore di lavorare con Ron Howard in occasione di Angeli & Demoni e poi in RUSH dove ho avuto l’onore di tornare a lavorare con lui per interpretare Clay Regazzoni.

Ron Howard è anche un attore quindi sa perfettamente cosa significa essere di fronte ad una telecamera, sia come uomo che come interprete. Riesce sempre a trovare il modo di darti i giusti suggerimenti senza alcun tipo di pressione. E’ in grado di creare una bella atmosfera sul set e di far sentire tutti parte di un progetto.

Cosa pensa del cinema americano? Il cinema americano ha strutture, mezzi e possibilità estremamente differenti dal nostro cinema. E’ un’industria che non conosce confini e che conta su grandi professionisti. Questo però non toglie nulla al cinema italiano che ha capacità e professionalità di livello altissimo sotto ogni punto di vista.

Ed invece che rapporto ha con il teatro dove porta in scena “Servo per Due” tratto da un classico di Carlo Goldoni? E’ una rivisitazione de l’Arlecchino, molto libera, tratta dalla commedia inglese One Man, Two Guvnors di Richard Bean.

L’ho vista a Londra mentre ero lì per lavoro. Ho chiamato subito Marco Balsamo che è il coproduttore insieme a “Gli ipocriti”, e gli ho detto che mi sembrava la commedia più adatta per far esordire il gruppo di cui faccio parte anche io, il “Danny Rose”. E’ uno spettacolo riadattato agli Anni ’30 e da l’opportunità di portare la commedia dell’arte nel mondo del varietà, dell’intrattenimento di quegli anni, senza perdere di vista ovviamente la trama originale, ma riadattandola ai nostri giorni e permettendoci delle fughe più libere sino ad arrivare quasi al cartone animato. Servo per Due sarà in scena dal 4 novembre al 1 marzo 2015 e si fermerà a Milano al Teatro Manzoni dal 9 al 31 dicembre 2014.

Che rapporto ha con la moda? Chi sono i designer che secondo lei sono più in linea con il suo stile? La moda mi é sempre piaciuta. Fa parte della nostra cultura e rappresenta un’industria di punta del nostro Paese, credo non se ne possa prescindere. Mi interessa la ricerca, l’evoluzione dello stile e delle “mode” e soprattutto mi piacciono le collezioni Made in Italy che raccontano una tradizione che si perpetua e che esportano le nostre eccellenze in tutto il mondo.

Che interessi ha Pierfrancesco Favino? Come riesci a rilassarsi? Come trascorre il suo tempo libero? Quando avevo tempo libero… leggendo, andando al cinema, visitando la mia città (ndr Roma) e a casa con la mia famiglia.

 

(photo: Daniele Barraco)