Parlane bene, parlane male, l’importante è che se ne parli“. Il meno che si possa dire, è che Slimane la scommessa l’ha già vinta. Il designer di origine tunisina non aveva raccolto buoni “consensi” dopo la volontà di cambiare il nome della griffe, sacrificando le tre iconiche lettere (YSL) e cambiando il nome in Saint Laurent Paris.

La rivoluzione è andata oltre, con la collezione Fall-Winter 2013/14 della Maison, lo stilista ha mandato in passerella una donna dall’anima grunge e ribelle, lontana anni luce dallo spirito dal fondatore della griffe. Cosa ne avrebbe pensato Yves? Difficile dirlo, ma non si può che rimanere sorpresi, anzì, quasi scioccati, da questa passerella violenta e aggressiva (artisticamente parlando).

Saint Laurent Paris Fall-Winter 2013/14

Saint Laurent Paris Fall-Winter 2013/14

Saint Laurent Paris Fall-Winter 2013/14

Uno stile grunge in risposta alla situazione politico-economico-sociale attuale, forse. Anche se scontato. Troppo scontato. Chissà se le consumers di Saint Laurent l’anno prossimo si vestiranno con abiti smagliati senza forma sotto una camicia tartan in flanella, con una minigonna ascellare fatta di cinghie in pelle, abbinata ad un reggiseno di pelle nera, chissà se ai piedi avranno gli anfibi, chissà se al mattino faranno a meno di pettinarsi.

Questo ce lo dirà solo il tempo. Intanto Slimane è riuscito in una delle missioni più ambite degli stilisti durante la Fashion Week: fare parlare di sè. Basta solo dare un’occhiata ai social network per rendersi conto del clamore provocato. E.L.

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Saint Laurent Paris Fall-Winter 2013/14

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