di Erica Maglio

 

 

Il nome Krizia deriva dal “Dialogo” incompleto sulla vanità femminile di Platone. Qual è la sua filosofia di stile e il suo concetto di vanità? Non sono una persona vanitosa mi guardo di rado allo specchio… credo che la vanità sia ultimamente più maschile che femminile.

Quanto sense of humor e autoironia deve avere la donna Krizia? Tantissimo mai prendersi sul serio e sentirsi a proprio agio con quello che si indossa.

Quali sono le icone del passato e del presente dalle quali trae ispirazione? Non amo idolatrare qualcuno non l’ho mai fatto la mia ispirazione nasce da dalla mia testa non e’ un concetto facile da spiegare.
Con quali stilisti/creativi contemporanei le piacerebbe collaborare? Ho il mio staff di giovanissimi con cui collaboro mi piace la freschezza di chi mi circonda, ma con questo ho anche persone che lavorano con me da più di 40 anni e hanno la stessa freschezza.

Ci racconta un aneddoto legato alla sua collezione debutto del 1957 al SAMIA di Torino? Vivo nel presente e mi piace immaginarmi nel futuro non sono legata al passato.

Per la stampa americana lei è “Crazy Krizia”. Quanta pazzia c’è negli abiti che crea? Non la chiamerei pazzia ma più che altro un rompere gli schemi come nella mia ultima collezione dove ho voluto fortemente sotto gli abiti da sera calzettoni coloratissimi.

Lo Spazio Krizia di via Manin a Milano è una sorta di teatro espositivo che ha ospitato sfilate, eventi, letture e dibattiti culturali con illustri personaggi legati al mondo della moda, del cinema, del teatro, della letteratura. Può svelarci in anteprima quali personaggi parteciperanno ai prossimi incontri? Dovrei organizzare un evento per sera e non mi basterebbero i giorni dell’anno per quante richieste ricevo e ne sono felice amo molto il mio Spazio.

Cosa si sente di consigliare ai giovani creativi intenzionati ad intraprendere la strada nel mondo della moda? Lavorare duramente e non smettere mai di crederci …il percorso non è facile ma non lo era nemmeno quando ho iniziato io.

Tempo fa il creativo era colui che si distingueva per eccesso, stravaganza o per innovazione; oggi i giovani che si occupano di moda come possono distinguersi? Per il buon gusto e per la semplicità mai stravaganze per dimostrare di saper fare.

Ultimo viaggio? New York.

Il portafortuna preferito? I miei anelli.

Indumento/accessorio culto? Gli occhiali.

La città dei sogni? Barbuda.