Chi abita a Milano in questi giorni incrocia lo sguardo di Frida Kahlo ad ogni angolo.

La città è tappezzata di manifesti che informano della mostra a lei dedicata presso il MUDEC-Museo delle Culture (1 febbraio – 3 giugno 2018)

Probabilmente anche la vostra città avrà dei manifesti che invitano a fare una gita qui al Nord e l’occasione è davvero ghiotta perché questa esposizione raccoglie tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo.

Per gli amanti della sua arte è davvero imperdibile!

Io sono tra questi.

Mi ha sempre attratto molto la donna, l’artista, il suo personaggio.

Esercita una sorta di fascinazione. Non su tutti ovviamente. Senz’altro su chi viaggia sulla sua stessa lunghezza d’onda.

In questo articolo però non voglio entrare nel merito della sua arte, indubbia. Né parlare della donna.

Piuttosto condivido con voi alcune riflessioni sul personaggio.

Perché Frida è tornata di moda?

E quando parlo di moda lo faccio nel senso più ampio del termine.

Non è un caso che proprio oggi, in questo momento storico, sia tornata in auge e quindi diventata nuovamente un’icona.

Icona che ritroviamo innanzitutto stampata sugli abiti delle ultime collezioni moda, sulla scia dell’Art Vibes.

Giada Curti ad esempio ne ha fatto l’emblema della sua Spring Summer 2018,  ma tanti noti brand si sono ispirati a lei oggi come ieri: Dolce&Gabbana (PE 2015), Moschino (PE 2012), Raffaella Curiel (2008), Alberta Ferretti (FW 2015-2016) Jean Paul Gaultier (1998).

Tuttavia la sua immagine, la sua faccia è portatrice di un messaggio molto più profondo e chi la indossa vuole dirci qualcosa.

Il 2017 è stato l’anno delle donne.

Donne che sono finite sotto le luci dei riflettori più per fatti di cronaca spiacevoli che per belle notizie.

E’ stato l’anno del #metoo e, come spesso accade quando negli Stati Uniti scoppiano degli scandali, anche in Europa arriva l’eco delle sue conseguenze. Ripercussioni che inevitabilmente segnano un passo, definiscono un solco e mutano l’atteggiamento della società verso alcuni temi ‘caldi’.

Questi eventi hanno mutato la percezione delle persone rispetto al mondo delle donne ed è accaduto perché sono in primis le donne ad aver cambiato atteggiamento.

L’opinione che gli altri si fanno di noi è frutto dell’impressione che diamo, di ciò che la nostra anima riflette attraverso l’esteriorità.

Ecco, le donne hanno cambiato pelle. Ancora una volta.

E questa ulteriore trasformazione è arrivata forte e chiara al nostro interlocutore.

Così forte che ha determinato, come effetto domino, la nascita di ulteriori tendenze.

Come è cambiata la donna?

#metoo in fondo è la punta dell’iceberg, l’evento scatenante che ha generato il movimento di opinione.

Ma in realtà è da mesi, anni, che un fiume sotterraneo ci ha portato in nuove acque.

La donna oggi è più consapevole, più sicura.

Esprime appieno la sua personalità, incurante degli altri, della loro opinione.

Si sente talmente forte che per esprimere la sua femminilità ha mutato anche il concetto di ‘estetica’, di bellezza.

C’è un ritorno alla naturalità. Sopraciglia incolte, capelli selvaggi, pelo lungo su gambe, ascelle e….

Ha fatto notizia la pubblicità di Adidas con la modella svedese Arvuda Bystrom.

Questa non è una donna androgina o agender, questa è una donna che quasi deroga alla sua natura, la nasconde, perché vuole che si guardi alla sua essenza.

Essenza che è anche diversità, nell’anima come nel fisico, non più stereotipato,  ma celebrato anche nelle sue imperfezioni.

Frida incarnava tutto questo.

Era bella con le sue sopracciglia attaccate. Era ugualmente seducente e sedotta, da uomini e donne.

Lei sceglieva la moda per dare al suo corpo un tocco di femminilità.

E oggi – come ieri – la moda sta avendo la stessa funzione.

Sfogliando le riviste patinate si vede modelle, non più eteree, non più sexy, ma quasi scialbe, insulse (senza trucco, senza ritocchi di estetica) indossare abiti da favola. E piacciono, piacciono lo stesso.

Perché?

Perché le donne non sono tutte fotomodelle e una ragazza comune, che vuole vivere il sogno della moda, è più facile che si identifichi in una persona simile a lei, nella ipotetica vicina di casa.

Si torna alla sostanza, che prende il sopravvento sulla forma.

La forma non viene messa da parte, solo ha cambiato ruolo nello spettacolo della moda e nel palcoscenico della vita.

Non è più protagonista, ma ancella.

Una parte altrettanto importante naturalmente, solo la forma torna ad essere lo strumento per raggiungere i propri obiettivi, non è più l’obiettivo (vacuo), e come tale deve essere certamente molto curata. Anzi forse lo deve essere ancora di più proprio perché fa da contraltare a un aspetto fisico meno ‘gestito’ di prima.

Oggi l’essenza conta di più dell’apparenza.

O almeno così vogliono farci credere. Perché al di là delle macrotendenze, della grande circolazione di idee, personalmente ritengo che l’uomo medio non abbia ancora recepito appieno questi mutamenti della società. Il passaggio lo stiamo vivendo. Non è ancora radicato.

Inoltre, sempre a mio parere, non so quanto il ‘pelo incolto’ attecchisca nella donna comune.

Va bene essere naturali, ma dopo anni di battaglie (e ripeto non ne faccio una questione di femminismo, ma di evoluzione della specie) mi chiedo che senso abbia tornare ad avere delle gambe non depilate.

Prendiamo il meglio da Frida, dalla voglia di riscoprire la naturalità,  ma non facciamo passi indietro.

Lei il make up lo usava!

Evolviamoci portando con noi il meglio di ciò che è stato!

Cosa possiamo ‘rubare’ a Frida per riproporre oggi il suo stile.

  1. La palette di colori

Da brava messicana amava le tinte vivaci, brillanti. Colori pieni, decisi, con forti contrasti.

I colori in fondo rispettavano il suo carattere, la sua natura, la sua voglia di vivere.

Non so dire esattamente se i suoi colori fossero le tonalità fredde o calde, da messicana potrebbe aver avuto sia una pelle dorata che olivastra, quindi difficile stabilirlo.

Certamente i suoi quadri ci restituiscono una fotografia verisimile.

Nella sua palette quindi troviamo giallo e rosso, passando per l’arancione.

E poi verde, blu, viola e tanto bianco, la luce.

Quest’anno la palette SS 2018 ci aiuta molto nel riproporre i look di Frida. Abbiamo infatti molti colori, caldi, speziati proprio come gli odori della sua terra, il Messico.

A vederli su tela, sembrano più colori caldi che freddi.

Il nero lo indossava quando la sua anima si tingeva di questo colore.

Tengo la camisa negra, porque negra tengo el alma

 

  1. Lo Styling

Anche la moda di quest’anno ci aiuta molto a seguire il solco di Frida.

Innanzitutto la mescolanza, o per meglio dirla lo Standout Trend.

Quindi effetto layer con giochi di sovrapposizioni e mix di colori, di tessuti (sempre sapientemente dosati ovviamente per non risultare stonato e pesante).

Il rouching, che non è propriamente l’utilizzo di rouches, piuttosto di drappeggi, ma anche di frange, su abiti e accessori (sciarpe, stole).

Le stampe tropical, a fiori, il crayola bright trend, ovvero l’utilizzo di colori primari pieni.

Quest’ultima è forse la tendenza che più si avvicina concettualmente allo stile di Frida.

E infine il beauty e gli accessori: in primis il turbante, ma anche i capelli legati e decorati con fiori o altri bijoux; il trucco primario, anch’esso, che dà enfasi a occhi e labbra con colori molto netti, soprattutto per la parte degli ombretti che non vengono sfumati.