Milano, tre nuovi locali in perfetto “japan style” alla scoperta di piatti della tradizione giapponese, ancora poco conosciuti ma di cui è facile innamorarsi. Provare per credere.

Che il gigante della ristorazione giapponese, Toridoll, abbia scelto Milano come prima città italiana in cui aprire due suoi locali vi fa capire quanto il capoluogo lombardo, o più propriamente i milanesi, amino il cibo giapponese. Gli investitori d’oriente lo hanno capito bene e in questi mesi si è registrato un fiorire di aperture di ristoranti in “japan style” davvero notevole.

Sì Japan No Sushi

Certo, che Milano sia la patria del sushi ormai è cosa risaputa ma non è altrettanto risaputo che in Giappone non mangiano tutti i giorni solo rotolini di riso con pesce crudo. É una concessione che si fanno magari una volta al mese. La cucina vera, quotidiana, è un’altra.
Via libera quindi a quella che viene definita la cucina giapponese da trattoria: ramen, soba e piatti della tradizione poco diffusi, e conosciuti, in Italia ma gustosi e ricchi di sapori.

Le nuove aperture a Milano

I due nuovi indirizzi milanesi sono entrambi in via Vigevano, ormai la food street per eccellenza che unisce la movida dei Navigli a un’offerta incredibile di cucine da tutto il mondo.

Il primo, va detto, è minuscolo (ma si sa che per i giapponesi gli spazi mini non sono un problema) e si chiama La Bottega del Ramen. Ha aperto a febbraio ed è già un indirizzo imperdibile. Soprattutto pensando che Toridoll ha creato questo marchio appositamente per il suo sbarco in Italia! Con mattoni a vista e soppalco, serve una trentina di coperti e, pensando di avvicinarsi alla cultura italiana e ai nostri spaghetti, il menù offre principalmente ramen. Questo tipico piatto di pasta, che assomiglia ai nostri tagliolini o spaghettoni e che in Italia viene solitamente proposto in brodo ma che alla Bottega verranno offerti con o senza liquido, secondo la stagione. Perché d’inverno una ciotola fumante di brodo fa molto piacere ma con i 40 gradi di Milano in agosto anche no. Quindi d’estate cambia tutto, e troverete soba asciutti accompagnati da julienne di verdure, uovo sodo e salse.

Il secondo si chiama Tokyo Table, marchio già ampiamente collaudato che va alla grande negli Stati Uniti, è decisamente più grande (serve 100 coperti) e offre un menù più ampio con grandi “classici” come il sushi e il sashimi, oltre a piatti di pasta, carne, stuzzichini in stile tapas e anche dolci.

Non solo a Milano

Toridoll è un vero colosso della ristorazione, con milleduecento locali disseminati nel mondo, che, oltre ai due ristoranti di Milano, ha in previsione prima della fine del 2020 di arrivare a 15 aperture tra Roma e l’Italia del Nord. Quindi preparatevi a una vera e propria “japan food invasion”.

Non che adesso non ci sia già visto che a Milano sono attivi 350 ristoranti giapponesi. Ma nel 70% dei casi in cucina e alla cassa ci sono cinesi e solo pochissimi locali sono gestiti direttamente da nipponici. “I milanesi apprezzano molto la nostra cucina – dice Issei Komi di Italia Fudosan, consulente sviluppo di Toridoll – ma a Milano il cibo giapponese è troppo caro e i menù proposti poco variati. La piazza è molto interessante e non a caso anche la catena Wagamama, molto forte in Gran Bretagna, sta cercando di aprire in Italia”.

Anche Percassi infatti punta sull’Asia e porta in Italia proprio la catena di ristorazione giapponese Wagamama, fondata nel 1992 a Londra dall’uomo di affari di Hong Kong Alan Yau. Doveva aprire a fine 2016 ma a quanto pare lungaggini burocratiche hanno ritardato l’apertura che però assicurano avverrà quanto prima, allungando così la già lunga lista di indirizzi di ristoranti giapponesi all’ombra della Madonnina.

Tutto questo si spera favorirà la conoscenza, e l’apprezzamento, di una tradizione gastronomica che ha molto altro da dire oltre a nigiri, hosomaki, uramaki e così via.
E, aspetto non secondario, è una cucina accessibile a livello economico: un pasto completo ha un costo contenuto, intorno ai 35 euro.