Non vedevo Federica dai tempi del liceo. Eravamo nella stessa sezione, la A del Carducci, ed è stata una sorpresa riconoscerci ad una inusuale serata mondana, tra signori in smoking e signore in abito rosso, come richiesto dall’ospite, il compianto Augusto Bianchi (ndr: il cognome è pura combinazione).

Noi due, refrattarie ad ogni imposizione come ai vecchi tempi della scuola, avevamo abilmente glissato l’abito da sera rosso rinverdendo così immediatamente l’antica e reciproca simpatia. Ripresi i contatti ho scoperto un sacco di cose interessanti. Federica Santambrogio è una regista teatrale e gode di una considerevole fama internazionale grazie ai suoi spettacoli e ai numerosi premi ottenuti nel tempo. Ha da poco firmato la regia di un’opera lirica, “Salis e l’equilibrio dei regni”, un lavoro che ha vinto il Premio Andersen 2016. Dopo il liceo, fuggita come me da un iter accademico puro, si è diplomata all’Accademia di regia del Teatro alla Scala. Oggi è quindi una regista in carriera, riconosciuta in tanti e prestigiosi teatri d’Europa.

Molti suoi spettacoli hanno ricevuto riconoscimenti, dal Ring Award di Gratz, in Austria, al World Opera Project di Atene, Dimitris Mitropoulous Competition, per l’Opera Contemporanea.

Scatto ufficiale al termine dell'impresa a L'Eroica
Scatto ufficiale al termine dell’impresa a L’Eroica

Ma il suo vero spettacolo, quello che conosco bene e le invidio tantissimo, è la vecchia Bianchi da corsa che tiene “parcheggiata” in soggiorno e che usa spesso, spessissimo, per divertimento e per spostarsi. Irresistibili le leve freno che consentono la doppia posizione: verticale sulla piega del manubrio e, grazie ad uno speciale accrocchio, anche orizzontale, una presa perfetta per la città.

E qui scatta la seconda invidia. A L’Eroica, percorsa insieme nel 2015, la doppia possibilità di posizione ha senz’altro preservato alla grande la schiena di Federica rispetto alla mia, obbligata a stare curva sulla pur splendida Legnano a noleggio del ’62.

Insomma… fanatica (quasi) quanto me, le 10 domande sulla bici non potevano non raggiungere Federica.

1.Quando è sbocciato l’amore per la bici? Chi o che cosa lo hanno ispirato?
Da sempre. Le due ruote mi hanno accompagnato da quando ho iniziato a muovermi per Milano da sola, intorno ai 7 anni. E’ più veloce che andare a piedi e non devo dipendere da nessuno. Poi a 17 anni ho speso tutti i miei risparmi per comprare la mia bici storica. Si chiamava “Silver” come la bici del protagonista di IT di Stephen King ed era una Cinelli MTB con cui ho girato l’Europa.

2. In bella mostra nel tuo soggiorno c’è una Bianchi d’epoca. Da dove arriva? La sua storia?
Ho sempre sognato una bici da corsa, la trovo irresistibilmente bella, ma per non tradire Silver non l’avevo comprata per me. E’ stato un regalo a mio figlio per i suoi 14 anni. Cercata in internet e andata a prenderla da un privato nella bassa padana una sera nebbiosa. Ma l’ha usata poco e quando purtroppo mi hanno rubato Silver ne sono rientrata in possesso.

La Bianchi "eroica" nel soggiorno di Federica insieme alla mini Bianchi d'epoca di sua figlia Anita
La Bianchi “eroica” nel soggiorno di Federica insieme alla mini Bianchi d’epoca di sua figlia Anita

3. …e da poco si è aggiunta anche un mini-Bianchi da corsa per tua figlia, sempre d’epoca. Anita promette di essere anche lei un’appassionata ciclista? So che insieme avete compiuto “imprese” degne di essere raccontate…
Con Anita ho ricominciato i miei giri per l’Europa. Il primo che abbiamo fatto è stato in Olanda. Io con Silver e un trailer comprato a Berlino su cui all’occorrenza mettevo sia Anita che la sua bici…. Aveva appena compiuto 4 anni. Scese all’aeroporto di Amsterdam mi sono messa a rimontare le due bici e il trailer, sarò stata in ballo circa due ore e alla fine mi ricordo che due hostess mi hanno portato un bicchiere d’acqua e con un eloquente gesto della mano mi hanno lanciato un “Great Mama!” con cui abbiamo iniziato il viaggio.
Ora ha 10 anni e una mini Bianchi esattamente come la mia. Spesso quando andiamo in giro insieme mi guarda di sottecchi e mi lancia una sfida di velocità….che ahimè perdo clamorosamente….

4. Teatro e bicicletta. C’è qualcosa che li unisce nel tuo modo di affrontarli?
La passione e la sconsideratezza.

Federica e Anita insieme sul Naviglio Grande
Federica e Anita insieme sul Naviglio Grande

5. Oltre alle due ruote nella tua vita c’è anche un’altra passione sportiva, il basket. Che pratichi in una vera e propria squadra creata con amici e appassionati. Dimmi 3 cose che il basket ti dà di più della bicicletta e viceversa.
Il basket mi dà più adrenalina, l’impagabile senso di squadra e mi devasta fisicamente, la bici mi dà riflessione, serenità e mi rimette in equilibrio con il mondo.

6. Numero massimo di Km percorsi tutti insieme?
Non ne ho idea…. se valgono di più quelli sotto la pioggia, la Ciclabile del Danubio senza ombra di dubbio…. dovrebbero essere circa 200km ma devo confessare che al quinto giorno di pioggia abbiamo preso un battello a abbiamo raggiunto Vienna.

7. L’impresa che sogni… è sempre il Nord Europa in bicicletta con tua figlia?
Quella mi è rimasta nel cuore e prima o poi la farò. Volo Milano- Stoccolma, giro locale poi trasferimento sulle Isole Aaland, 3/4 giorni li poi traghetto per la Finlandia. Trasferimento in treno fino alla zona dei parchi naturali e poi giù fino a Helsinki per il viaggio di ritorno.

Federica e Anita in giro per l'Europa
Federica e Anita in giro per l’Europa

8. Velocità o ritmo?
Ritmo, tutta la vita, la velocità la tengo per il basket

9. Gara o… ammiriamo il paesaggio?
Paesaggio, anche perché la gara, coma abbiamo visto, la perdo

10. Abbiamo fatto L’Eroica insieme (e mi hai staccata sul finale, non ti perdonerò mai!). La rifaresti? Cosa hai amato di più della ciclostorica più famosa del mondo?
Ho in mente di farle tutte, nei vari paesi del mondo. Mi piace perché non è competitiva ma impegnativa e perché adesso con la mini Bianchi posso portare anche Anita. Girare il mondo con la bici ti da sensazioni impagabili, guardi il paesaggio un po’ come dal treno, ma scorre più lento. Non hai bisogno di altro e se porti anche la tenda sei del tutto autonomo. I pensieri scorrono al ritmo della pedalata e se poi riesci anche a fermarti per la notte lungo un fiume, mangiare in qualche ristorantino locale e leggere un libro….beh, sfido chiunque a non sentirsi in pace con i sensi.

…e qui, cara Federica, le nostre strade si dividono perché, ristorantino ok, ma la pace dei sensi non fa per me!

 

 

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