Lo sapevo. Troppo forte l’attesa, troppo eccitante l’idea di vivere l’Eroica Primavera, ovvero la versione fiorita e profumata de L’Eroica, per diventare effettivamente realtà.

Così come, di questi tempi, sto allenando più i polpastrelli dei polpacci, ecco che una valangata di impegni di lavoro e l’arrivo di nuove aziende da seguire ha velocemente riassorbito ogni mia velleità ciclistica. Improbabile persino pensare di godermi un Naviglio nel week end.

E allora immaginiamocela questa Eroica (maledetta) Primavera!

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Un’occhiata veloce al sito ufficiale… niente, ancora nessuna gallery. Che tempo avrà fatto? Facciamo finta che c’era un bel sole, così da bilanciare la pioggia battente de L’Eroica vera e propria, quella che si tiene a ottobre e che vide il mio battesimo del fuoco, o meglio, dell’acqua a catinelle.

Almeno nei sogni il sole c’è! E nel sogno inforcherò anche la Bianchi di mio zio, custodita in cantina, anni ’30 originale, mai conosciuta. Pare abbia un manubrio da città… senz’altro l’avrei “restaurata” con un bel manubrio ricurvo da corsa.

Inforco il ruggente telaio d’acciaio ed eccomi sull’immaginaria linea di partenza, pronta per affrontare il percorso corto da 56 Km, quello delle Crete Senesi. Pregusto già panorami mozzafiato e quelle dolci colline arse dal sole. Le prime pedalate mi proiettano fuori dal borgo di Buonconvento. La prima dolce salita mi attende ed io sento le mie gambe flettersi fluide nel più ideale movimento circolare, lento, ma deciso e produttivo. Meglio non partire subito in velocità, pena la “cotta” di cui ho già parlato. Dovesse capitarmi nel senese sarebbe terribile! Qui non c’è la MM2 a raccogliere i cocci di una mancata ciclista eroica.

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Sulle strade bianche della fantasia si può incontrare chi ti pare. Ed ecco quindi che raggiungo Lino Gallo, autore di un divertente diario della bicicletta dall’inequivocabile titolo “Quasi quasi mi faccio L’Eroica“, dove il nome della ciclostorica è scolpito in rilievo sulla copertina nel suo logo grafico ufficiale.

Non hai mai risposto al mio messaggio nè alla richiesta d’amicizia!” entro con vigorosa pedalata. Adoro presentarmi senza ipocrisie, anche se tono e voce (quando mi vengono bene) sono sempre affabili e sorridenti, così da non lasciare scampo all’interlocutore: impossibile incazzarsi.

Ma come ho potuto ignorare!” ribatte ironico e con poco fiato Lino. Siamo infatti al trentaduesimo Km è c’è una bella salita del 5%. Da Torrenieri in poi non si scherza. Così lo sforzo agonistico toglie entrambi dall’imbarazzo del doversi dire qualcosa. Non faccio in tempo a segnalargli questa mia rubrica su Fashion Times (strano!) e ci salutiamo con il progetto di ritrovarci al traguardo più avanti. Naturalmente sono io a scattare in avanti. Oh sì! Almeno sull’Eroica Immaginaria!

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Proseguo senza sforzo alcuno verso Cosona, nome curioso che dalla carta pensavo fosse un paese e invece google mi aiuta a scoprire la verità: il toponimo risale addirittura agli Etruschi, primi abitanti della zona. Successivamente, dall’epoca carolingia in poi, fu un castello, circondato da un piccolo villaggio. Ed è dalla seconda metà del 1400 che appartiene alla stessa famiglia. Oggi è, a quanto pare, uno splendido agriturismo. E dato che non si riesce a capire dalla mappa del percorso dove si trovano i veri punti ristoro, è qui che immagino di fermarmi per una pausa.

La merenda è perfetta! Ci sono crostini toscani e fette di pane imbevute nel vino, assaggi di salumi, dalla coppa di cinta senese, all’arista fino al buristo (sanguinaccio alla senese). Non mancano i dolci… che non fanno per me e di cui ho quindi scordato i nomi, tranne la classica crostata. Il tutto è naturalmente annaffiato da ottimo Chianti, tanto per sciogliere le gambe nell’ultimo tratto del percorso.

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Dopo Cosona infatti le gambe volano. C’è una discesa in picchiata (-11%!), un paio di salitine spezza-gambe e infine un dolce declinare fino a Buonconvento. Che sollievo scorgere campanile e merli della porta!

Sarà anche un’Eroica Immaginaria, ma la passerella dell’arrivo me la voglio godere tutta. Accelero tra due ali di folla festanti. Non si può che entrare in volata! Questa volta però non mi infilerò nel cancelletto sbagliato, che mi fruttò, in ottobre, un’imbarazzante medaglia per i 75 Km anzichè per i 50 realmente percorsi. Sarà un po’ amaro l’aver potuto solo immaginare l’Eroica Primavera, ma almeno sarò onestamente obiettiva: con l’allenamento (alla scrivania) di questi ultimi mesi non avrei potuto fare di più!

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