Leonardo D'Anzi

Leonardo D’Anzi è un giovane (giovane davvero) designer pugliese. L’ho incontrato a Milano diversi anni fa per un progetto con un noto brand. Apprezzo il suo stile e soprattutto la sua umiltà. Sogna con i piedi per terra. Non smette di sognare nonostante le porte chiuse e qualcuna in faccia. Continua a costruire la sua carriera professionale con estrema caparbietà. Abbiamo parlato con lui per capire le difficoltà a cui va incontro un giovane designer di talento.

Chi é Leonardo D’Anzi? Descrivermi in poche parole non è tanto facile, ma ci provo! Sono un giovane Fashion Designer pugliese, un ragazzo appassionato di moda, tendenza e buon gusto fin da quando sono piccolo. Ho conseguito nel 2012 una laurea in Scienze e tecnologie della moda a Bari. E successivamente mi sono trasferito ad Urbino per frequentare un Master in Design della moda in collaborazione con il noto brand DONDUP. Caratterialmente mi reputo una persona ottimista, concreta e molto precisa.

Perché hai scelto questa strada. Cosa ti affascina di questo settore? Ho scelto questa strada perché fin da piccolo sono cresciuto a stretto contatto con tessuti, bottoni e passamanerie. Mia madre ha sempre confezionato abiti in casa e io sono sempre stato attratto da tutto questo. Vedere il modo con cui creava il cartamodello fino alla confezione dell’abito era per me una cosa che mi affascinava molto. Toccare i tessuti e tutti gli accessori per la confezione, molti dei quali lasciati in eredità da mio nonno che possedeva una merceria, era per me molto appagante ed è servito a stimolare la mia fantasia e creatività fin dall’infanzia. Per tutti questi motivi ho deciso di intraprendere questa strada, perché la moda è per me una fonte di creatività, e riesce a farmi sentire vivo. La maggior parte degli input esterni, una foto, un dettaglio, un colore, una canzone si trasformano nella mia mente in una storia da cui partire per poter creare una collezione.

Quali sono i tuoi dubbi, invece? Di dubbi ne ho pochi, o meglio cerco di non pensarci, essendo una persona ottimista cerco di guardare di più al lato positivo. Ovviamente in maniera realistica credo che il dubbio maggiore sia quello di non riuscire nel mio sogno, vedendo comunque la difficoltà nell’inserirsi nel sistema, sia per il fatto di aver ricevuto diverse porte in faccia, o in alcuni casi avendo visto che la porta nemmeno è stata aperta. Parlo quindi della chiusura che hanno diverse aziende di moda, senza generalizzare ovviamente, a non dare una possibilità. Non generalizzo per un semplice motivo, a me una possibilità è stata data da un’azienda, con sede in Puglia, molto conosciuta a livello nazionale e internazionale. Ho collaborato con loro per diversi mesi e sono riuscito ad accrescere ulteriormente li, dopo il master, la mia formazione. Essendo quindi molto riconoscente nei loro confronti non mi sento di dover generalizzare. Cosa che non sono riuscito a fare altrove, in cui non è possibile nemmeno lasciare un Portfolio in portineria se non hai un appuntamento. Penso poi alla molta concorrenza, che se da un lato è stimolante perché crea confronti e spunti, dall’altro riduce le possibilità.

Il tuo sogno? Il mio sogno, a cui ci lavoro da tempo, è quello di avviare un Brand a mio nome, riuscire quindi a farmi strada e diventare un Designer conosciuto, puntando sopratutto al Web. La scelta del Web è indubbiamente la più concreta per noi giovani designer. Essendo un posto accessibile a tutti è il luogo in assoluto in cui possiamo liberamente esprimerci.

Quali sono i passaggi naturali per realizzarlo? Innanzitutto bisogna avere talento, essere coscienti se si posseggono determinati mezzi e del modo con cui vengono usati. Non ci si può improvvisare, occorre capire quando è il momento giusto e si è pronti a fare un passo del genere. Molto importanze è la formazione, scegliere corsi di laurea e/o Master in cui è possibile imparare sul serio. Ed io su questo sento di essere stato molto fortunato, essendo stato accolto, con gli altri studenti, in azienda  e avendo collaborato con DONDUP per la creazione di una mini-collezione abbiamo visto da vicino tutto l’iter di ideazione, produzione e comunicazione di una collezione. Così come importantissima è l’umiltà, cercare quindi sempre di imparare, capire che la formazione è continua. C’è un inizio ma non c’è mai una fine. Io ad esempio spero sempre che mi venga data un’altra possibilità in qualche altra azienda per continuare ad imparare nuove cose, nuovi metodi di lavoro, nuovi modi di concepire la moda. Nel frattempo continuo comunque a lavorare al mio sogno. Ho aperto un blog,  su cui ho postato alcuni miei lavori e mi servirà da vetrina non appena la mia prima capsule personale sarà pronta. I passaggi quindi per me sono questi: possedere talento e coscienza dei propri mezzi, formarsi continuamente e rimanere umili, aggiornarsi, raccogliere input e lavorare ogni giorno, e infine non appena tutto è pronto comunicarlo a tutti via Web.

Che opportunità hanno i giovani designer oggi? Di concreto apprezzo molto il lavoro che sta svolgendo la Camera della Moda nel dare spazio ai nuovi talenti provenienti dalle varie scuole di moda, tramite il concorso “next generation”, è una bella occasione a cui io non ho potuto parteciparvi per via dell’età. Ammiro anche Giorgio Armani e il fatto di mettere a disposizione il suo “Teatro”, durante la settimana della moda, per far sfilare dei nuovi talenti della moda. È però ancora troppo poco, se si pensa che molti dei giovani designer tanto giovani poi non sono, e comunque hanno all’attivo già consolidati anni di attività con il proprio nome. Cosa che non tutti non possono permettersi di fare per via di budget comunque ridotti.

La moda si rinnova di continuo ma i nomi sono sempre gli stessi: cosa ne pensi? Credo che chi continua a essere ancora sulla cresta dell’onda nonostante i tanti anni di attività (come Giorgio Armani, Dolce & Gabbana, Prada per citarne alcuni) è perché intelligentemente sono riusciti ad offrire un prodotto nuovo e a rinnovarsi, magari in alcuni casi anche di poco, rimanendo sempre fedeli al proprio stile e a quello che la gente ha sempre apprezzato. C’è comunque da dire che le campagne pubblicitarie hanno un ruolo importante in tutto questo e quindi risulta loro più facile, dati i loro budget sostanziosi, riuscire a rimenare sempre in prima linea.

Ci sono nomi a cui ti ispiri? Si, in assoluto Giorgio Armani è la mia fonte di ispirazione maggiore. Amo di lui la semplicità e la raffinatezza delle sue proposte, la mia idea di moda viaggi infatti in quella direzione. Seguo molto Alessandro Dell’Acqua  (con le sue varie linee n°21 e Rochas) di cui ammiro i volumi, sempre nuovi.  MSGM e Stella Jean, che sono in assoluto i più contemporanei secondo me, di loro amo i colori vivaci e le loro proposte vibranti. Tra i nuovissimi nomi apprezzo molto il brand Au Jour le Jour e Marcel Burlon, di cui ho letto un intervista lo scorso anno e mi ha dato ancora più ottimismo nell’andare avanti e non mollare.

Cosa si potrebbe fare per fare emergere i giovani? Sarebbe bello creare un evento collettivo, o magari una fiera, che sia accessibile a tutti, non solo a chi ha la conoscenza giusta per poterci entrare o budget elevati per potervi partecipare. Questa credo sia una cosa che rompe molto l’entusiasmo di chi come me lavora per potercela fare.

Raccontaci i tuoi prossimi progetti Attualmente mi trovo in Puglia, dopo essere stato in giro per l’Italia a bussare a diverse porte. Ho intenzione di riprovarci, vorrei spostarmi a Roma e poi nuovamente a Milano per ritentare un ennesima volta a trovare un contatto con qualche azienda. Ma contemporaneamente lavorare alla mia collezione personale, a febbraio c’è la fiera dei tessuti a Milano e poi il resto verrà da se.

Cosa ti piace fare nel tempo libero? Amo ascoltare musica, girare per negozi, fotografare particolari e dettagli da postare sul mio profilo instagram “leodanzi” cercare sempre nuovi input e nuove fonti di ispirazione. Adoro viaggiare, in Italia, all’ Estero, ma soprattutto conoscere le mie origini e scoprire nuovi posti della Puglia, e di fatti da qui che tutto prende vita nella mia mente.