Non avevo ancora finito di godermi la prima pedalata nel traffico urbano e già pensavo: quanti km potrò percorrere ogni giorno? Quante calorie brucerà il mio corpo? A quale strepitoso gadget tecnologico potrò ambire?

Purtroppo sono fatta così, ma non credo di essere l’unica. La dura legge del desiderio alimenta il mercato del “superfluo” ed io non posso certo chiamarmi fuori! E poi che male c’è ad esplorare il lato oscuro della forza?

Inizia così la mia avventura digitale nell’ambito del ciclismo e con la solita determinazione dell’autodidatta mi butto a capofitto alla ricerca dello strumento che mi aiuterà a interpretare i miei progressi. Possibilmente a costo zero.

Così scopro ancora una volta che il ciclismo praticato è un mondo vastissimo, dove stili di vita diversi si intrecciano e producono bizzarre realtà. Ho visto cose che voi umani…

Prima ancora di esplorare l’ambiente wearable, decisamente troppo complesso per una neofita come me (devo studiare!) mi sono imbattuta in un capolavoro: Strava. Ovvero un social degno di competere con Facebook e che però, ed è questo l’incredibile, include tra i suoi fedeli adepti solo ciclisti e runners. In particolare ciclisti.

la cover page di Strava Insights

Chi ha mai sentito parlare di Kurt AKA Tarzan Searvogel? Eppure è un signore sui 50 anni, ben portati, forse un ex triatleta, che come “morning ride” percorre qualcosa come 386 km. Una leggenda di cui nessuno sa, tranne 11.736 anime che lo seguono con affetto.

Lui di solito è il primo classificato nella sfida: quanti km riuscirai a percorrere questo mese? Con iscritti che spesso sfiorano i 180.000.

Kurt Searvogel, star di Strava

E chi sa qual è la città che vince per distanza media percorsa day by day dai cittadini tra Los Angeles, Barcelona e Milano? Se si vuole scoprirlo basta fare un giro, virtuale, nei favolosi insights di Strava.

Comunque, the winner is… Milano!

Milano (che onore!) è tra le 12 città mondiali presentate da Strava.

Insieme a NY City, Amsterdam, Parigi, Berlino, Sidney… insomma una ristretta cerchia, very international, selezionata dai curatori forse in virtù del sostanzioso numero di iscritti o per la quantità dei km percorsi.

In Lombardia si pedala assai. Anche se Amsterdam batte tutti in velocità, con 25 km/h in media.

Milano, sulle lunghe distanze, batte Londra!

Ma è alla voce “autogratificazione” che Strava dà il meglio di sé. Ogni segmento, così si chiama un tratto di strada registrato dal primo ciclista che l’ha battezzato, presenta una classifica tra tutti coloro che l’hanno percorso nei secoli seculorum.

Ebbene io sono la “reginetta” in velocità delle Chiuse della Martesana. Per intenderci dove ho incontrato il maiale peloso e dove fuggo sempre dal potenziale rapinatore in agguato!

Frequentando un po’ questa strana “piazza” internazionale mi sono imbattuta in Walter, un mio compagno di ginnasio. Il bello è che non sono certa che sia lui, anche se nome e cognome coincidono, perchè su Strava non si parla, non ci si scambiano messaggini simpatici o noiosi che siano. Si macinano solo km. Si può vedere dove vai e quanto fai. Sì, perchè ogni più remoto angolo del globo, da Sidney a Corsico, è stato  percorso da un ciclista registrato, che ha lasciato una scia fatta di velocità, fatica, divertimento e immaginazione: “ecco che scatta Gimondi…!“.

Altro che followers… qui si “segue” veramente, non cliccando con un dito, ma sudando sui pedali!

 

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