Camminando per strada mi ritrovo spesso a guardare i riflessi delle persone o delle cose su un vetro o in una pozza d’acqua, è una pratica abbastanza comune alla quale però io attribuisco un ruolo molto preciso.

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Fotografando le immagini riflesse mi ritrovo poi a casa o nel mio studio ad osservarle secondo una diversa prospettiva, cambio il punto di osservazione e questo mi svincola dalla realtà, tanto da vedere altro, qualcosa di molto diverso dall’originale riflesso.

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Il riflesso immediatamente si associa a nuovi significati, a volte rimandando ad un’immagine enigmatica che forma strani disegni, linee e ombre che, scomponendosi mi permettono di dare una interpretazione fino ad allora sconosciuta.

Mi piace guardare queste immagini riflesse da una prospettiva obliqua, questo mi permette di estrarre linee, pieni e vuoti, colori poi traslati in una dimensione completamente diversa quando li riporto su carta e ne estraggo delle visioni creative.

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Mischiando e sovrapponendo queste immagini riflesse ottengo un paesaggio architettonico futuristico con campagne, città trafficate, costiere, litorali e ricostruzioni di edifici fantastici.

Si tratta di una visione amplificata in un collage fatto di colori metropolitani dove anche la più piccola e semplice delle cose si trasforma nella parte di un sistema grande e complesso che poi riporto nelle mie collezioni.

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Dai riflessi poi nascono delle relazione associative con i materiali che uso ogni giorno e allora la casualità, le fratture e le esplorazioni mi permettono di scoprire nuove trame proprio in queste immagini riflesse.

Il concetto di riflesso è un tema che mi appassiona molto, uno dei primi numeri di SCS era dedicato proprio all’idea del riflesso come strumento fondamentale per lo sviluppo di progetti di moda.

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Insomma è come il gioco degli specchi, cambiando il punto di osservazione, tutto cambia e si riflette nel modo di pensare una collezione o un semplice dettaglio!