Parte da questo primo articolo una nuova rubrica curata da Stefano Chiassai: fashion designer, art director e coolhunter, apre il suo mondo a tutti i lettori di Fashion Times, condividendo le esplorazioni creative del suo progetto SCS.

Abbiamo incontrato Stefano nel suo studio, una vera e propria officina creativa dove, con Alessandra, sua moglie, ed il suo team, lavora per i più importanti marchi della moda internazionale. Il luogo scelto per l’incontro non è un caso, qui si comprende subito cosa significa essere un fashion designer, un creatore di attitudini, qui si comprende cosa significa la definizione savoir faire.

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Essere un designer non significa essere un artista. L’arte diventa uno strumento di ispirazione, espressione, un mezzo per valorizzare sensibilità e creatività, concetti che ovviamente sono al centro del nostro lavoro. La moda spesso riduce tutto ad una “rappresentazione”, ad uno spettacolo a favore di telecamera e di blogger…. La nostra è una professione, fatta soprattutto di esperienza e di cultura”.

Attraverso gli spazi del suo studio, che lui stesso definisce un “laboratorio”, si comprende come lo stile di Stefano Chiassai sia legato ad un’immagine: “ogni sei mesi parto da un visione, spesso arriva improvvisamente da un viaggio, da una cena fatta con gli amici o guardando con occhi diversi un libro che fino ad allora non avevo considerato… Per capire il mio lavoro basta guardare i miei tableaux (quelli che nella moda vengono chiamati moodboard), sembra semplice ma le collezioni partono da queste lavagne – ecco perché Pinterest è il social che mi piace di più e che uso con piacere – a cui aggiungo pezzi di stoffa, foto, frasi trascritte da una canzone o da un giornale, alla fine la lavagna diventa la mia collezione. Insomma un po’ come quando gli sceneggiatori scrivono un plot per un serial … è una mappa concettuale alla fine, una trama a tutti gli effetti”.

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La sua idea di moda ha così una traduzione all’interno di una realtà, costruita su dati concreti, legati alla creatività ed al talento ma anche ad una precisa analisi del mercato e delle sue attitudini. Un mix tra precise strategie che oggi sempre di più si concentrano sulle emozioni e sulla necessità di produrre benessere emotivo attraverso la moda.

Emozionarsi è fondamentale, soprattutto nel nostro ambito, credo sia arrivato il momento di tornare a meravigliare il consumatore. Mi piace pensare che quando sfilano i miei abiti chi li osserva si emozioni e quindi li scelga perché hanno qualcosa da dire. Quello che voglio dire è che per fare una collezione è necessario tradurre in realtà un modo di essere e di pensare. Non dobbiamo per forza piacere a tutti, l’importante è esserne consapevoli”.

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Stefano ama le contaminazioni, ama mischiare estetiche passate e moderne, è un “ricercatore” a tutti gli effetti ecco perché tra i suoi ultimi progetti troviamo SCS una piattaforma digitale realizzata sotto forma di online journal.

Con SCS ho voluto condividere con tutti voi le mie lavagne concettuali. Volevo creare prima di tutto contenuti, SCS è in effetti un contenitore di idee – siamo già arrivati al V° numero (proprio come un magazine) – ogni uscita è dedicata ad un tema – che può essere una parola o una città, un’espressione artistica o ancora un colore – intorno a cui costruisco 5 o 6 board di immagini e frasi che in quel momento mi appartengono e che poi svilupperò nelle mie collezioni”.

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La nuova uscita di SCS è dedicata ad Amsterdam. Da adesso in poi basterà leggere questa nuova rubrica per scoprire e partecipare agli universi creativi di Stefano!