E’ successo di nuovo. Questo week end eserciti di mamme si sono scagliate contro una pagina che incita a l’odio verso una categoria che sicuramente da sola non si può diffendere: i neonati.

Per dovere di cronaca dovremmo forse indicarvi di quale pagina si tratta ma non lo faremo perchè lo scopo è proprio quello: creare scalpore e fare il boom di visite, e di like.

In effetti da quando numerose persone indignate hanno iniziato a condividere la pagina per invitare alla segnalazione, i like sono saliti alle stelle.

Numerose sono state le segnalazioni che per risposta dal social network hanno ricevuto questo messaggio:
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Quindi per riepilogare. Metti un paio di tette e Facebook va in tilt. Da quando si sono ammorbidite le regole, saranno tante le persone che per conto di Facebook controllano che si tratti davvero di contenuti sessualmente espliciti, oppure dell’innocente foto di una mamma che allatta il suo bambino.

Perchè no: fino a poco fa il confine purtroppo per il gigante del web, non era così evidente apparentemente.

Questa pagina, è vero, non ha immagini del tutto “inappropriate” perchè si tratta di foto di neonati.

E qui a mio avviso si ritorna nell’eterno dilemma di internet: foto di minori sì o no?

Per me, e questo è un parere personale, ognuno è libero di fare ciò che gli pare, consapevole poi dei rischi che corre. Ma non censurare una pagina che usa a fini discutibili foto di figli altrui non mi sembra davvero molto etico.

La prima domanda che mi sono fatta esaminando la pagina è stata: ma il calciatore Mauro Icardi e la moglie Wanda Nara saranno al corrente che questa pagina usa senza permesso la foto della loro bambina?

Fino a quando le immagini di un personaggio pubblico diventano pubbliche?

E soprattutto: se un genitore è considerato, come in questo caso, personaggio pubblico, ciò può dare diritto a chiunque di usare ai propri fini le immagini postate da quest’ultimo sui propri social network?

Per Facebook forse questi saranno contenuti che “rispettano i standard della communità“. Per me invece, Facebook ha ancora parecchia strada da fare.